Sono trascorsi 363 giorni da quell’estromissione da Russia 2018, estromissione attribuita, un po’ per codardia generale, un po’ per comodità, principalmente a Gian Piero Ventura, allora tecnico della Nazionale.
Da quella fantomatica notte, passata alla storia come la partita contro la Svezia, la piccoletta che andò al Mondiale al posto della pluri-titolata Italia, la carriera di Ventura aveva subito un colpo che l’ex tecnico granata non aveva avuto l’immediata prontezza di controbattere partendo dalle dimissioni mai consegnate, comportamento mai digerito dagli italiani che più volte lo hanno contestato per non aver abdicato. Bisogna attendere 48 h dal triplice fischio di quell’Italia-Svezia prima di vederlo “fuori”, quando è la FIGC a sollevarlo dall’incarico.
Solo dopo qualche tempo, a mente serena, Ventura inizia ad aprirsi sull’argomento, facendo luce sulla debolezza piuttosto controversa e al contempo umana nell’essersi intestardito a non voler rinunciare dopo quello che ai suoi occhi era stato il frutto di una delegittimazione del suo stesso ruolo, mai rispettato e riconosciuto a pieno.
“Sono stato il capro espiatorio di tutto” – disse in un’intervista qualche tempo dopo, affranto per quanto successo, oltre che per il negativo record storico dell’assenza al Mondiale, cosa che non succedeva dal 1958.
Si era tenuto fuori per un po’ il genovese che prima di tornare su una panchina ha più volte riflettuto sul suo futuro da allenatore, ma Gian Piero non è un rinunciatario e dopo quasi un anno di pausa riflessiva, torna alla carica parecchio entusiasta sulla panchina del Chievo il 10 ottobre scorso quando, successivamente all’esonero di Lorenzo D’Anna, era stato convocato a sostituirlo, compito che aveva accettato senza molti riserbi.
Dopo due anni tornava ad allenare in Serie A malgrado l’avventura non fosse delle più semplici. Accettato l’incarico, non aveva ancora raccolto frutti dal suo lavoro, almeno fino a oggi pomeriggio quando, tra le mura amiche del Bentegodi, era arrivato finalmente il primo punto dopo quattro partite. Finora il suo Chievo aveva perso con Atalanta, Cagliari e Sassuolo ma era riuscito prima a rispondere a Santander con Meggiorini su rigore, per poi passare in vantaggio con Obi. Vantaggio però vanificato da Orsolini che poco dopo rimette in pari il risultato, chiudendola 2-2.
Pareggio, a quanto pare, non andato molto a genio al tecnico che a fine partita ha trattenuto a lungo i suoi giocatori all’interno degli spogliatoi dove ha reso nota la decisione di interrompere prematuramente e clamorosamente il suo legame professionale con la squadra. Secondo quanto trapela dalle prime indiscrezioni, il motivo è da ricercare in un feeling mai scattato in queste settimane tra l’allenatore e l’ambiente ma anche lo spogliatoio.
Il Chievo, totalmente spiazzato, sta già valutando su come comportarsi nel post Ventura e in una situazione piuttosto delicata. Ancora a 0 punti i gialloblù che erano partiti sì da -3, ma non sono ancora riusciti a vincere una partita perdendone 9 e pareggiandone 3.
Egle Patanè
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