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Ciro Immobile, biancoceleste per sempre

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Fonte immagine profilo X Immobile

Ciro Immobile lascia la Lazio.

Una storia d’amore che non avrà mai fine.

Ci sono alcune certezze nella vita di un tifoso della Lazio: il solito parcheggio per andare allo stadio, la maglia da indossare come scaramanzia, l’urlo per ribadire “LA LAZIO MIA” e poi l’esultanza al gol di Ciro Immobile.

Un rituale che non sarà più possibile fare ora che è ufficiale il passaggio dell’attaccante al Besiktas.

Il centravanti è entrato nei cuori veramente di tutti i sostenitori biancocelesti, un capitano vero e proprio, che ha sempre messo la faccia anche nei momenti più brutti.

Da quando è arrivato a Formello e ha segnato il suo primo gol nella sfida contro l’Atalanta, il numero 17 biancoceleste si è guadagnato la fascia rossa di capitano e ha incarnato i valori laziali.

Gol dopo gol, ben 207 quelli segnati con l’aquila sul petto, e quel nome che risuona sugli spalti mentre fa la sua solita esultanza a J, con una speciale dedica sempre a sua moglie Jessica.

Un campione silenzioso, troppo sottovalutato al di fuori dell’ambiente Lazio, che non si è mai piegato alle critiche feroci ricevute soprattutto con la maglia della Nazionale. Un uomo che ha dimostrato sempre di avere una caratura importante per guidare una squadra, un popolo.

 

Voluto fortemente da Simone Inzaghi, Ciro Immobile ha riportato a Formello l’importanza di avere una bandiera, un punto di riferimento da difendere a prescindere e a tutti i costi.

Il rapporto stretto con il tecnico piacentino (quell’abbraccio sul gol contro il Genoa fu la prova di una relazione fraterna fra i due), l’adattamento al modulo di Sarri e l’ultima stagione altalenante.

Una scarpa d’oro vinta contro giocatori del calibro di Lewandoski dopo un’annata favolosa e il primo posto fra i bomber all-time laziali.

Anche se risucchiato da qualche infortunio di troppo, Ciro Immobile la scorsa stagione ha lasciato il segno, soprattutto in Champions League: 4 gol, tre contro Feyenoord e Celtic ma soprattutto quello che ha fatto sognare tutti i supporters biancocelesti.

Il rigore segnato contro il Bayern Monaco nella sfida d’andata degli ottavi di finale.

Un giocatore che mancherà molto dal punto di vista tecnico, caratteriale e umano.

Con lui finisce l’era delle “stelle biancocelesti”: le grandi cessioni iniziate con Milinkovic e continuate dalle partenze di Felipe Anderson e Luis Alberto.

Una generazione di giocatori che in casa Lazio ha fatto innamorare tutti e che soprattutto ha fatto sognare chi magari non lo sapeva più fare.

Un trasferimento al Besiktas piombato come un fulmine a ciel sereno e che lascia molto l’amaro in bocca.

 

Quella sensazione di quando hai fatto la maturità e sai con certezza che il tuo compagno di scuola non lo vedrai più, ma quando vi rivedrete alla pizzata di classe, sembrerà come se il tempo non fosse passato.

Sarà sempre bello pensare a Ciro Immobile con la maglia della Lazio, anche se ne indosserà un’altra dalla prossima stagione. E i tifosi lo ameranno sempre, nonostante tutto.

Chiara Del Buono

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