Cinque motivi per cui Koulibaly dovrebbe restare a Napoli

Di seguito cinque motivi per cui il difensore partenopeo non deve lasciare Napoli

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Uno dei giocatori più amati a Napoli è sicuramente il mastodontico Kalidou Koulibaly, la montagna K2 che si erige nella difesa napoletana ormai da cinque anni.

Tra poco inizierà la sua sesta stagione ai piedi del Vesuvio, al fianco del neo acquisto partenopeo: Kostas Manolas, arrivato dopo l’addio del veterano Raùl Albiol. Il greco arriva direttamente dalla Roma e i due formeranno una delle coppie d’attacco più forti della Serie A.

 

Tante voci sono girate a proposito di una vendita del senegalese a squadre pluripremiate che gli fanno la corte da anni, da quando ha fatto il suo exploit tecnico in difesa e non solo. ADL però non lo cede – ancora – e il senegalese – per ora – non ha voglia di andare via.

Ha una clausola di 150 milioni è proprio l’altro giorno, dal Canada, Aurelio riceve una scherzosa telefonata da Ancelotti “se vendi Kalidou io non torno”.

Ancelotti Koulibaly
Napoli’s Senegalese defender Kalidou Koulibaly (2ndL) exits the pitch after receiving a red card as Napoli’s Italian coach Carlo Ancelotti (C) looks on during the Italian Serie A football match Inter Milan vs Napoli on December 26, 2018 at the San Siro stadium in Milan. (Photo by Marco BERTORELLO / AFP) (Photo credit should read MARCO BERTORELLO/AFP/Getty Images)

Tanti sono i motivi per cui Koulibaly non dovrebbe andare via, ma eccone cinque:

NUMERO UNO: Kalidou è partito come molti dei suoi colleghi dal basso, per arrivare ai massimi livelli nel campionato italiano in una delle squadre più forti degli ultimi 10 anni. Lui ha contribuito a fare grande questa squadra con il suo talento e lavoro. È un uomo che non ha paura del sacrificio, del lavoro duro, dell’altruismo, delle responsabilità, fa di tutto per arrivare ai suoi obiettivi.

 

NUMERO DUE: Capitano alterno, ha conquistato i cuori dei tifosi in poco tempo, da quando è arrivato, e di partita in partita non si fa che volerlo ancora più bene. Accade anche con lo spogliatoio: è considerato il leader della squadra, ha la maturità giusta per poterlo essere. Lui ha tutto ciò che ha un leader: incita, lotta, incoraggia, cade e si rialza con gli altri. Tutti insieme. Unità è la sua parola chiave.

Koulibaly Icardi
Getty

 

NUMERO TRE: non si rompe mai, la roccia viene scalfita e nient’altro. Tanti, tantissimi cori razzisti sono stati fatti nei suoi confronti, ci sono state inchieste, sospensioni di gioco, sanzioni per le curve avversarie e talvolta anche beffe: come il cartellino rosso per aver applaudito ironicamente all’arbitro per non aver fermato il gioco. Ma lui non demorde, ammette lo sbaglio e va avanti per la sua strada dicendo la sua.

 

NUMERO QUATTRO: ama i tifosi e la città di Napoli come nessun altro. È il primo a difenderla quando le sono rivolti cori razziali. Per nostra fortuna, è un altro napoletano d’adozione!

Gol Juve Koulibaly
Gazzetta

 

NUMERO CINQUE: uno dei migliori difensori al mondo, certo, ma dove lo trovi un centrale difensivo che avanza sulla fascia e che percorre tutto il campo come una saetta per prendere il posto di un terzino o addirittura di un attaccante esterno? Raro al mondo. Koulibaly segna di testa e di piede, un paio di volte all’anno ma quando lo fa è sempre decisivo. Chi potrebbe mai dimenticare lo 0-1 allo Stadium del 22 aprile 2018? Un gol che rimarrà nella sua storia e nella storia del Napoli!

 

Valentina Vittoria