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Ciao Sinisa e scusa se ti ho dato del tu

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FORZA SINISA”. Quel tweet di Clemente Mimun soli tre giorni fa, è arrivato come una scossa di terremoto che non ti aspetti. E sfido chiunque a non aver cercato su google, sui social, o semplicemente aver chiesto a qualcuno: “Ma è successo qualcosa a Sinisa?” Io personalmente l’ho fatto, perché cavolo solo qualche settimana fa eri accanto a Zeman in occasione della presentazione del suo libro! E ora non ci sei più.

Quel giorno però su internet non ho trovato nulla e allora una parte di me, quella che spera sempre che tutto sia eterno, un po’ si è tranquillizzata. Non sarà niente pensavo, magari si è sottoposto a nuove cure, ora ci diranno. E invece nessuno ha parlato, sino a questo momento, in cui avrei preferito non sapere nulla.

Sinisa Mihajlovic - La Partita Della Vita

Se dovessi spiegare chi sei, rischierei di sminuirti. D’altronde come si fa a descrivere a parole ciò che rappresenti per il calcio e non solo? Come si fa a spiegare a parole la bellezza e la potenza di un calcio di punizione se non lo si vede con i propri occhi e non lo si sente con il proprio cuore?! Non posso Sinisa scusa! Sono solo una tifosa appassionata e forse anche un po’ ingenua. Una tifosa del pallone. Quel “gioco” che non è soltanto un gioco. Ed io le lacrime, la pelle d’oca e il cuore che batte forte, li tengo stretti.

“Aveva solo 53 anni”, “se n’è andato via troppo presto”... no non è presto; non esiste un momento giusto per morire! Essendo il calcio metafora della vita, potrei dire che è davvero ingiusto! Come una bella partita giocata bene fino alla fine e poi persa immeritatamente ai calci di rigore, che di rigore e correttezza non hanno nulla. Spesso non rispecchiano la realtà ma ci fanno sbattere contro di essa per ricordarci che siamo umani.

Ma tu questa partita non l’hai persa! Anzi, l’hai vinta ancor prima di giocarla. L’hai vinta quel 13 luglio del 2019 quando dopo la diagnosi di leucemia, hai detto a tutti in conferenza stampa che avresti combattuto fino alla fine, così come hai sempre insegnato ai tuoi calciatori.

Sinisa Mihailovic

L’hai vinta lottando giorno dopo giorno fino al tuo ritorno in campo mostrandoti forte in un corpo provato dai segni della battaglia, ma sempre presente. L’hai vinta quando si è ripresentata e non hai deposto le armi.

L’hai vinta anche ora che te ne sei andato. Perché morire non significa arrendersi alla morte, ma confidare nella speranza di una nuova vita.

Elisa Licciardi

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