Fuori dalla finale di Coppa Italia, sesto posto in campionato e fuori (o quasi) dalla corsa per la Champions League. Questo è il bilancio del momento attuale del Napoli, ormai in caduta libera e contestato dai tifosi, stanchi di vedere il progetto azzurro cadere a pezzi.
Ieri sera con l’eliminazione dalla Coppa Italia per mano della Lazio, la squadra di Benitez ha detto addio a uno degli obiettivi stagionali (se non il principale), date le difficoltà del campionato. Un’eliminazione che non è andata giù a nessuno, in particolare al numero uno del Napoli, il Presidente Aurelio De Laurentiis che, in conferenza stampa nel post partita, ha dato sfogo a tutta la sua delusione: “Mandare la squadra in ritiro è una mia scelta. Credo ci sia poca concentrazione, poca professionalità. Spesso il professionismo è un problema anche anagrafico: io sono padre ed ho dei figli, anch’io a 25 anni mi sono divertito, ma so che per raggiungere certi risultati bisogna basarsi sulla disciplina, tanto che mia moglie mi dice sempre che non sono napoletano io, ma lei che è svizzera”.
Parole forti contro la squadra che, per punizione, andrà in ritiro forzato. I giocatori infatti dopo la partita si sono recati in albergo non potendo tornare dalle loro famiglie e nella mattinata di oggi hanno svolto il consueto allenamento. Il ritiro forzato durerà sicuramente fino alla gara casalinga contro la Fiorentina, in programma domenica alle 15, una partita essenziale per provare a sperare nel terzo posto (comunque quasi impossibile) e per vincere uno scontro diretto contro una delle pretendenti all’Europa che conta. Un match, però, per testare la tenuta psicologica di una squadra ormai allo sbando, senza più punti di riferimento e con ancora l’obiettivo Europa League da raggiungere.
Infatti dopo la sfida contro i viola in campionato, il Napoli sarà impegnato in Germania contro il Wolfsburg nella gara d’andata dei quarti di finale ed è inevitabile che l’intera stagione azzurra passi per questa importante partita: un successo porterebbe quella fiducia ad oggi smarrita. In caso contrario, una brutta prestazione e la conseguente eliminazione europea decreterebbero la fine della stagione del Napoli, una stagione, Supercoppa Italiana a parte, fallimentare.
Ma di chi è la colpa? E qui la stampa e soprattutto i tifosi si dividono. Per molti la colpa è da imputare a Rafa Benitez. Il tecnico spagnolo è accusato di incapacità nel leggere le partite, soprattutto in corsa, e nello scegliere gli uomini da schierare in campo. Troppa testardaggine? Forse sì, ma anche tanta insicurezza sul suo futuro. E forse proprio questa situazione sta creando confusione nello spogliatoio azzurro che ancora è ignaro su quello che accadrà da qui ai prossimi mesi, a partire da chi siederà sulla panchina (stando alle ultime indiscrezioni Luciano Spalletti è il candidato numero uno). Molti però i difensori dell’allenatore azzurro. Del resto se giocatori del calibro di Higuaìn, Callejòn e Albiol sono a Napoli il merito è tutto suo.
Benitez colpevole da una parte, De Laurentis colpevole dall’altra. Chi avrebbe dovuto spendere qualche soldo in più per un Napoli da scudetto? Chi avrebbe dovuto comprare giocatori già affermati? Chi fa “scappare” i pezzi da 90 per colpa dei diritti d’immagine (Mascherano e Fellaini per esempio)? Queste sono le domande, retoriche, che si pongono i detrattori del presidente. Sarà pure colui che ha risollevato il Napoli dal fallimento, colui che portato la squadra in Champions e alla vittoria di trofei nazionali, ma il presente sta scorrendo adesso e all’orizzonte c’è solo una finale di Varsavia da conquistare. Una finale incerta e con un Napoli così quasi impensabile.
Martina Giuliano