Il ritorno dell’ottavo di finale contro il Porto arriva per la Roma in un momento buio e delicato.
A pochi giorni dal derby perso contro la Lazio, in una sfida in cui il risultato a confronto con la prestazione e l’atteggiamento della squadra potrebbe essere l’aspetto forse meno grave, i giallorossi si giocano l’accesso ai quarti, la faccia e la panchina. In una stagione durante la quale si è sentito pronunciare più volte il verbo “ricominciare” piuttosto che “continuare”, l’ennesimo scivolone della stracittadina ha creato una frattura interna che deve essere ricucita questa sera ma, soprattutto, non può più essere riaperta per evitare voragini abissali.
Da inzio anno, quando sono cominciati gli svarioni anche contro squadre tecnicamente inferiori, quello che la gran maggioranza dei tifosi imputava ai giocatori era una mancanza di tenacia in campo: il non rappresentare la maglia. Dopo sabato sera il pensiero si è consolidato perchè una sfida sentita come quella del derby a Roma deve e merita di essere disputata con una grinta differente.
A tornare a galla, però, è anche un altro “classico” di stagione: la panchina in bilico di Di Francesco. Sì, perchè come avviene nella gran parte dei casi similari a questa situazione, ad essere additato come colpevole è proprio lui. Durante la conferenza stampa di ieri il mister ha detto:
“Voglio essere supportato e non sopportato”.
Una frase che rachiude in sè molti significati ma che rende perfettamente e a pieno l’idea della posizione dell’allenatore.
Preparare una sfida della rilevanza di quella di stasera con i rumors che continuano a susseguirsi intorno a Trigoria di una sua sostituzione imminente, da parte di tecnici quali Sousa, Ranieri, Montella o forse Panucci non è certamente un clima favorevole per ritrovare una serenità che sembra oramai dispersa chissà dove. Nelle ultime ore il nome dell’ex Roma e Leicester appare il più “quotato” ma non sono mancate neppure le presunte considerazioni su dimissioni che indipendentemente dal risultato della serata verrebbero presentate dall’attuale mister.
Non è la prima volta in questi mesi che Di Francesco si trova a combattere con ombre di presunti sostituti pronti a subentare dietro l’angolo ma, stavolta, la posta in gioco sembra poter portare a tanto.
Ieri il tecnico ha detto che prima di scegliere la formazione vorrà valutare tante cose, ma tra queste guarderà i suoi calciatori in faccia. La faccia stasera non se la gioca solo lui, ma tutti e con due risultati su tre a favore e un gol, seppur minimo, ma che rappresenta un vantaggio grazie alla gara dell’olimpico finita per 2-1. La Roma deve – non può – fare la Roma e cercare di prendersi un obiettivo, uno dei due rimasti: per un ambiente che ha terminato la pazienza e pretende rispetto, per un tecnico che, così come i tifosi, lo merita.
Chiara Vernini