Ceferin, presidente della UEFA e vicepresidente della FIFA, ha parlato delle polemiche sull’arbitraggio di Real Madrid – Juventus e ha commentato le parole di Buffon.
“La Champions è come una Ferrari o una Porsche: non puoi guidarla subito, servono allenamenti, test offline. E tutti devono capire come funziona“.
“Ho qualche timore per il Mondiale, dove avremo arbitri che non hanno mai diretto con la Var. Spero non succedano scandali o problemi. Ma è un torneo unico, è più facile, come è più facile il campionato con tutti arbitri italiani o tedeschi. Anche la Premier League però ha posticipato. E la Champions è diversa. Nella stagione 2019-2020 potremmo averla in Champions e all’Europeo”.
“Cosa sarebbe cambiato in Real Madrid-Juventus? Niente. C’è chi l’ha vista venti volte quell’azione, io cinquanta, ma per metà è ancora rigore e per l’altra metà no. In Manchester City-Liverpool, invece, sul gol annullato poteva essere utile. Ma poi ci sono altri problemi”.
“Buffon? quello che ha detto non è giusto, non doveva. Però, dal punto di vista di chi ha giocato, capisco la frustrazione e la delusione di chi perde una partita su un rigore al 93’. Senti di aver perso l’occasione. Buffon si può capire”.
“Le accuse di Agnelli a Collina? Ho parlato subito con lui e so che ha agito comunque da gentiluomo qual è: non ha insultato nessuno né è stato aggressivo. Anche il delegato ha confermato. Aveva la stessa frustrazione di Buffon e, sebbene presidente, non poteva nascondere le emozioni”.
“Intanto Collina non ha colpe. È come l’allenatore che sceglie la squadra: seleziona i migliori per vincere, poi possono succedere cose controverse: ma lui che colpa ne ha? E poi non mi sembra sia assolutamente il caso di cambiare designatore, i cicli non sono un problema: Collina mi piace, ha dato tanto all’Uefa, non interferisco mai, decide lui con la sua grande professionalità. È vanitoso? No comment… Ma ha il mio totale supporto”.
“L’incontro di ieri era fissato da tre mesi, Real Madrid-Juve non c’entra. Abbiamo parlato di Serie A, di presidenza, di elezioni. E soprattutto dei problemi terribili che avete con le infrastrutture. Di fatto non potete neanche ospitare una finale Champions né pensare di organizzare grandi tornei. Questo influisce sulla crescita del sistema. I ragazzi non giocano più per strada, hanno bisogno di campi e centri, altrimenti non si cresce. Davvero non capisco come l’Italia, uno dei quattro grandi paesi di calcio del mondo, abbia di gran lunga le peggiori infrastrutture anche della Polonia, non delle grandi nazioni. Tocca ai politici intervenire: in Italia tutto è fantastico, le città, il calcio è una religione ma servono nuove misure e stiamo coinvolgendo tutti, anche i giocatori. Intanto, limiti alle rose: ma anche nei campionati, sennò paga soltanto la Champions. Poi, limitare o vietare i prestiti: ma non si può fare in Italia dove non ci sono seconde squadre. Il salary cap ha qualche problema legale ma la luxury tax sarebbe praticabile. Dobbiamo essere tutti d’accordo, ma anche i grandi club vogliono questi interventi”.
Egle Patané
Fonte: Gazzetta dello Sport
Foto: Gazzetta dello Sport