Home Calcio Femminile Cecilia Salvai, quel maledetto minuto 63 per diventare più forte

Cecilia Salvai, quel maledetto minuto 63 per diventare più forte

Cecilia Salvai fa i conti con un perfido destino

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Un sogno che si frantuma nel bel mezzo di un sogno.
Ha del paradossale quanto il destino sia stato beffardo con Cecilia.

Era in campo con le sue compagne della Juventus Women ma più che una partita di calcio stava vivendo una favola… la sua favola, ambita, sudata, sperata, conquistata proprio come la qualificazione al Mondiale francese.

Finalmente lei e le sue compagne stavano raccogliendo i frutti di tanti anni di sacrifici: incredibilmente stava giocando su uno dei principali impianti del calcio maschile e, per la prima volta nella sua vita intorno a sè lo stadio era gremito e caldo.

Nemmeno il tempo di realizzare che non si trattava di un sogno ma di una fantastica realtà che in un attimo, non c’è stato il classico lieto fine.

Ah, se si potesse fermare il tempo a quel maledetto minuto ’63,  quando la centrale bianconera appoggia male il piede e il ginocchio le si gira!  La conclusione è: lesione del legamento crociato anteriore del ginocchio sinistro.
Cade a terra, esce in barella, mani sul volto e lacrime nel silenzio dei 40.000 dello Stadium; cosa sia passato nella sua testa è comprensibile davvero solo da chi ha speso tanto per conquistare qualcosa, ma non la raggiunge: non per suoi demeriti bensì a causa del fato crudele.

Perchè al di là del dolore provato e del non poter terminare la partita e la stagione, quel crack gli ha negato la possibilità di partecipare alla tanto ambita Coppa del Mondo guadagnata da titolare dell’Italia e a lungo aspettata. Invece si volatilizza la possibilità di portare a termine un’altra faticosa conquista, che ha caratterizzato la sua vita e carriera.

 

La classe ’93 appartiene a quella generazione di calciatrici che sta scrivendo la storia del calcio femminile italiano.

Quelle che da bambine hanno iniziato a calciare e che crescendo si sono scontrate con un mondo che le considerava “figlie di un Dio minore” (come dichiarato dalla stessa Salvai in un’intervista realizzata da Ormezzano e pubblicata su Repubblica) ma che nonostante le difficoltà non hanno mai mollato e anzi hanno coltivato ancor di più l’ambizione di abbattere i pregiudizi, lottare per i diritti e per la propria dignità: di essere calciatrici e non viste come qualcosa di inferiore a causa del sesso.

Nata a Pinerolo, laureanda in Economia, ci teneva così tanto ad andare in Francia  da spostare la data del proprio matrimonio con Marco Borgese a luglio inoltrato.

Tutto rinviato o quasi

Perchè Cecilia è una campionessa e una donna determinata che, come dimostra  il suo post su Instagram, non perderà il sorriso e la forza di guardare avanti, ponendosi nuovi obiettivi e non permettendo a niente e nessuno di cancellare quanto fatto:

« Era, tutto perfetto. Ed io questa giornata la ricorderò sempre così».

Perchè Cecilia con ogni probabilità partirà comunque con le sue compagne. Potrebbe coprire un ruolo di raccordo tra la squadra e la federazione: Una sorta di capitana non giocatrice.

«La federazione farà tutto il possibile perché Cecilia possa comunque essere al fianco dell’Italia.» dice la ct Milena Bertolini: un modo per esserci e per respirare l’aria di un Mondiale che potrà/dovrà vivere da protagonista nel 2023.

Non finirà così, avrà modo di togliersi ancora tante soddisfazioni… perchè Cecilia merita una favola con il lieto fine!

Caterina Autiero

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