“La gente che si diverte a parlare di lui e a paragonarlo a altri grandi del passato dovrebbe venire a fare due passaggi con Thiago Motta e vedere come tocca il pallone e pulirsi la bocca prima di parlare di un campione del genere che ha vinto tutto nel mondo e nei club […] stiamo parlando di un giocatore che dal punto di vista tecnico forse è l’unico che merita davvero il 10 per quello che è nell’immaginario popolare del 10. Naturalmente ha caratteristiche diverse da Baggio, Totti, Del Piero, ma tecnicamente è un maestro degno del numero 10”, confessa in conferenza stampa da Coverciano il vice- capitano della Roma, Daniele De Rossi.
Va bene la solidarietà verso un proprio compagno, capiamo anche la domanda scomoda in conferenza stampa posta dal giornalista, ma l’ipocrisia “agghiaggiande” NO! Scopriamo soltanto ora che il possedere una buona capacità di palleggio sia una condizione sufficiente per vedersi attribuire il numero 10 azzurro. E allora anche noi donne – di Gol di tacco a spillo – meriteremmo un simile riconoscimento: caro Daniele, se ci vedessi giocare al massimo a due tocchi, saresti proprio tu a strappare quel numero 10 dalla maglietta di Thiago.
“Thiago è l’unico che merita davvero il 10 per quello che è nell’immaginario popolare”, sostiene De Rossi.
“So dici te!“
Il ct della Nazionale italiana sarà stato, probabilmente, vittima di qualche patologia cognitiva da stress, forse da calciomercato lodinese (ne sanno qualcosa anche Napoli e Roma, considerati dal ct dei club-supermarket), altrimenti non si spiegherebbe la sua scelta; magari un disturbo cronico da stress gli avrà presumibilmente rimosso – dal lobo temporale – la storia calcistica italiana, costituita da grandissimi numeri 10, poeti del calcio, giocatori senza tempo.
Cosa penserà Er Pupone – campione del mondo con la maglia numero 10 – delle dichiarazioni di Danielino? Noi un’idea l’abbiamo!
Valeria Iuliano
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