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Carolina Morace, non finisce con il Diavolo la sua missione

Una carriera lunga e vincente; risultati inaspettati e tanta voglia di 'lottare' per il calcio femminile ma, nonostante ciò, è finita prima del previsto l'avventura di Carolina Morace, sulla panchina del Milan

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Una sola stagione poi il divorzio. E’ finita prima del previsto l’avventura di Carolina Morace sulla panchina del Milan.

Il Diavolo aveva deciso di affidare la sua prima stagione in Serie A a un’eccellenza del calcio femminile.

Carolina Morace ha sposato il progetto del neonato Milan femminile in quella che si è poi rivelata una stagione importante per tutto il movimento.

Le rossonere sono state protagoniste di un campionato combattutto e hanno chiuso al terzo posto, a 4 punti dalla Fiorentina e 5 dalla Juventus.
Inoltre, le ragazze di Morace hanno sfiorato la Coppa Italia arrivando alle semifinali e uscendo solo per mano delle bianconere.
E, come se non bastasse, ben due giocatrici hanno chiuso la stagione in testa alla classifica marcatori (Valentina Giacinti 21 gol; Daniela Sabatino 17 gol).

Carolina Morace è riuscita a dare alla sua squadra un’identità ben precisa: veloce movimento di palla, pressing e organizzazione difensiva. Non proprio tutto da buttare insomma, eppure…

Alla base del divorzio, arrivato in anticipo rispetto al contratto biennale sottoscritto con la precedente dirigenza del Milan, ci sarebbe una diversità di vedute, sia sotto il profilo tecnico che su quello gestionale, sia con Leonardo che con Elisabet Spina, responsabile del settore femminile rossonero.

L’ex campionessa azzurra ha annunciato la notizia con un post su Facebook:

Carolina Morace è una vera e propria icona del calcio femminile.

Nata a Venezia il 5 febbraio 1964, è la giocatrice italiana più forte di tutti i tempi tanto che i membri della International Federation of Football History & Statistics l’hanno inserita tra le quattro calciatrici più forti del ‘900.

Tenace e controcorrente, i primi avversari di Carolina sono sempre stati gli scettici; in lei, prima che in tante altre, è stato sempre molto forte il desiderio di andare contro i pregiudizi diventando una precorritrice, un simbolo e un modello da seguire.

Con lei l’Italia ha iniziato a capire che una donna è in grado di praticare uno sport da riservato solo agli uomini.
Lei è l’esempio che il sesso non è una discriminante e che una donna con talento e determinazione può essere alla pari di colleghi maschi.
Dopo di lei molte altre hanno fatto squadra e sono ‘scese in campo’ per rivendicare la propria passione per il calcio contro un mondo che fatica ad aprirsi e accettarlo.

Di ruolo attaccante, ha giocato dal 1978 al 1998 – giocando con Verona, Lazio, Reggiana e Modena- realizzando più di 400 gol in carriera.
Ben dodici gli scudetti in bacheca, 2 Coppe Italia e 1 Supercoppa Italiana oltre a  tredici volte il titolo di capocannoniere del massimo campionato di calcio italiano.

Ha debuttato con la Nazionale nel 1978, a soli 15 anni.
Con la maglia azzurra ha collezionato 153 presenze e ha segnato 105 gol che fanno di lei la primatista delle reti con la maglia dell’Italia.

Detiene un record assoluto, nemmeno in campo maschile nessuno ci è mai riuscito, quello di aver segnato con la maglia della Nazionale ben 4 gol nel mitico stadio di Wembley.

Non solo gol nella sua vita.
Durante la sua carriera si laurea in Giurisprudenza inizia a fare la giornalista per una TV locale. La TV è sempre stata una grande passione così, appese la scarpette al chiodo nel 1998, Carolina Morace intraprende la carriera di commentatrice televisiva.

Non solo campo.
Prima attraverso i successi conseguiti da calciatrice, poi da commentatrice e volto di un movimentio in ascesa, e ancora, fondando una scuola calcio “mista”: sempre, dentro di sè, è stato forte il desiderio di abbattere le barriere culturali di un’Italia arretrata nell’accettare il binomio donne&calcio.

Ambizione che ha poi portato avanti decidendo di allenare.

Morace è la prima donna al mondo ad aver allenato una squadra di calcio professionistica maschile nella storia del calcio.

E’ l’estate 1999 quando l’allora patron della Viterbese – all’epoca in Serie C1 – Luciano Gaucci, la sceglie come allenatrice.

Dal 2000 al 2005 ricopre il ruolo di ct della nazionale femminile italiana poi inizia a maturare i mportanti esperienze all’estero, dapprima con la Nazionale di calcio femminile del Canada, poi con quella di Trinidad e Tobago.

Nel 2015 Carolina Morace diventa la prima donna ad essere inserita nella Hall Of Fame del calcio italiano.
Da quell’anno infatti viene istituito il premio come migliore calciatrice italiana. 

Carolina Morace è stata ed è un esempio di forza e determinazione per tutte le donne italiane sportive e non.
Non finirà oggi, col Diavolo, la sua missione e la sua grande passione.

 

Caterina Autiero

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