Tempo di salutare il campionato, tempo di sclerare col calciomercato (tre mesi di bile multicolor assicurati), ma tempo pure di restyling, lifting, lavate di faccia varie ed eventuali alle strutture di proprietà o utilizzate dalle società.
Il caso più in vista a riguardo è quello dello stadio San Paolo di Napoli.
La struttura, nata nel 1959 sotto il nome di stadio Del Sole, fu soggetta ad importanti lavori in vista dei mondiali di calcio del 1990 (ma proprio l’Argentina di Maradona dovevano far giocare là contro l’Italia?), da allora è rimasto quello là. Siamo arrivati ad oggi, nell’anno in cui Napoli si è aggiudicata l’edizione n. 30 delle Universiadi, che il San Paolo è tornato oggetto di rimodernamento e soggetto tenuto sotto radiografia e autopsia soprattutto dai tifosi del Napoli.
Effettivamente, le Universiadi hanno dato una mossa notevole al rimodernamento del tempio azzurro, ma non si può non ricordare la disfida di Barletta tra la SSC NAPOLI e il comune di Napoli sulla questione stadio (proprietà, gestione, manutenzione…). Una querelle che ha tenuto banco per tanto, troppo tempo, decisamente. Pista di atletica, bagni, impianto luci, maxischermi, tabellone, e soprattutto loro, i seggiolini.
Quei poco comodi e di colore discutibile oggetti di arredo per i nobili deretani partenopei, in curva sono stati incivilmente usati come trampolino per vedere meglio le partite (motivazione: non si vede un beato in direzione curva opposta). Risultato: seggiolini ridotti come una città a cui Attila ha fatto visita da poco.
Per anni la situazione è stata questa, ma il San Paolo sta piano piano vedendo rinascere anche i seggiolini. Colori scelti: bianco, azzurro, giallo.
Un bell’incastro tipo Tetris già ammirato domenica sera in occasione di Napoli-Inter, poiché in Curva A inferiore sono stati già montati. Una buona fetta di napoletani teme per la sorte di questi neonati poggiaterga. Purtroppo non si è nuovi ad episodi di inciviltà al San Paolo (notizia di qualche giorno, il furto di alcuni faretti nei bagni appena rifatti della Curva A). I seggiolini non sono pieghevoli ma fissi, si teme che possano nuovamente essere utilizzati per salirci ed avere una presunta visuale migliore delle partite. Quelli dismessi hanno ultimamente subìto una sorte non felice: alcuni sono stati letteralmente rimossi da alcuni tifosi armati di cacciavite (e già qui… A me manco la bottiglietta d’acqua fanno entrare!), con la motivazione che è “per ricordo”, visto che andranno distrutti.
Coniglione dal cilindro e il Comune tira fuori una fenomenale asta per accapparrarsi i seggiolini sopravvissuti ad anni di tifo indiavolato, sperando non facciano prima quelli che li hanno sradicati dopo Napoli-Cagliari.
Beh, auguriamoci il meglio, ma auguriamoci soprattutto il buon senso e il desiderio di vedere finalmente in condizioni umane e dignitose quel posto che per molti è “casa”, visto quanto cuore vi è stato lasciato dentro, pure tra quei malridotti e scomodi seggiolini…
Simona Cannaò