Caro Maurizio,
Se penso a te e alla Juventus penso a due mondi diversi, quasi agli antipodi.
Penso a te così anticonformista, sognatore, così impegnato a lavorare, a plasmare materia grezza per ricavarne bellezza: bellezza di schemi, di trame, perché in fondo il calcio è un gioco che non può e non deve prescindere dallo spettacolo e da un pizzico di poesia.
Penso alla Juventus così fredda, pragmatica, talvolta asettica verso tutto e tutti: rigorosamente bianca e nera, negli ultimi anni in verità anche troppo, con la sua filosofia del cinismo e della gestione del risultato a tutti i costi.
Eppure questo matrimonio strambo ha stuzzicato dal primo momento la mia curiosità.
Si può fare – mi sono detta -, in fondo gli opposti si attraggono e le unioni più solide talvolta sono nate proprio là dove vige tanta diversità.
E devo dire che le cose stavano procedendo bene, abbastanza insomma.
La partita contro il Napoli tuttavia rapresentava uno scoglio non indifferente. Lo sapevamo tutti.
Era il momento in cui tu – in qualità di allenatore della Juventus – dovevi dare una schiaffo sonoro agli inseguitori. Uno proprio da Juve, da cinica, che approfitta del passo falso del rivale.
Invece, cosa è successo?
La squadra è scesa in campo sfatta, svogliata, oserei dire menefreghista.
Senza mentalità.
Com’ è possibile, caro Maurizio? I tuoi non sono alla Juventus da un giorno.
Sai, io capisco le difficoltà che incontri con un gruppo non giovanissimo, fisicamente usurato e con la pancia strapiena. Un gruppo di ragazzi che non ha nulla a che vedere con quelli che ti sono passati tra le mani a Napoli, che si sono fatti guidare come Dante da Virgilio.
Questi sono tosti.
Penso a un Ronaldo, che da solo ha un palmares da fare invidia alla stessa Juventus e immagino quanto possa essere dura.
Ma allora perché ti ostini – puntualmente, rischiosamente – a togliere dal campo forse l’unico che non vede l’ora di farsi plasmare da te? Che ha capito cosa vorresti fare di questa Juve?
Occhio, che un nuovo caso Dybala sarebbe un’arma che ti si potrebbe pericolosamente ritorcere contro.
Ma soprattutto…
Benché al cuor non si comandi e nessuno può chiederti di rinnegare il tuo passato…
… Mi chiedo se fosse davvero necessario parlare dei giocatori del Napoli come dei “tuoi ragazzi”, mentre gli altri – i tuoi VERI ragazzi – ti stanno a ascoltare.
Caro Maurizio, le ingenuità in questo mondo costano care e ancor di più nel mondo Juve, i cui tifosi – forse avrai notato – si appuntano tutto sul taccuino della memoria e non sono disposti a perdonarti nulla. Proprio nulla.
Non c’è posto per i romanticismi.
Ma questo lo sapevi. Sicuramente dovevi saperlo, per arrivare quel 16 giugno a accettare una liaison con la Vecchia Signora.
Stai attento Maurizio, che di passi falsi qui non se ne possono fare. Non vorrei arrivare a credere che il matrimonio tra te e la Juve, per quanto inaspettato e sorprendente, sia basato solo sulla convenienza e che l’amore, che sarebbe dovuto sbocciare, non arriverà mai.
Daniela Russo