Caro Gigi, noi siamo la Juve: trasformiamo l’ira in fame

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Ora è il momento di fare la Juve trasformando la rabbia in voglia di riscatto e mettendo a tacere i detrattori

Caro Gigi,

fa male, lo so! Fa così male che hai sbottato: hai avuto reazioni di pancia, di rabbia, di chi sente di aver subito un torto, di chi in una gara ha speso tanto, ha dato il cuore, ha lottato e sudato arrivando a un passo dal compiere un’impresa; di chi si sente quindi, defraudato, umiliato, calpestato… ebbene Gigi, è umano incaxxarsi, è umano vedere nero quando in campo si da tutto ma ti chiedo, oggi, di indossare nuovamente, come solo tu sai fare, i panni di Supereroe, Capitano e Campione che sei perchè oggi più che mai, tu che rappresenti la Juve, devi dimostrare cosa significa essere juventini.

(ANSA/AP Photo/Francisco Seco) [CopyrightNotice: Copyright 2018 The Associated Press. All rights reserved.]

Vedi caro Gigi, noi siamo la Juve: trasformiamo l’ira in fame, le critiche in stimoli e questo fa invidia, tanta invidia e ci rende odiosi agli occhi degli altri ma più ci odiano, più ci invidiano e più siamo forti. Noi siamo quelli che quando cadono si rialzano più forti e tu, più di altri presenti oggi in rosa, sai cosa significa. Tu, inseme a un intero popolo bianconero, hai saputo soffrire in cadetteria e, insieme, abbiamo subìto e retto a quanti hanno provato a infangarci e ricoprici di sterco…ma siamo tornati (con tanta rabbia e con tanto cuore e onore) e abbiamo dimostrato che la Juve non muore mai alimentando le frustrazioni altrui.

Frustrazioni che portano ad additarci a prescindere come ‘ladri‘ (anche nell’anno del VAR), che portano i nostri antagonisti in campionato a sentirsi sollevati se non addirittura (in casi estremi e beceri) a godere letteralmente per le nostre sconfitte nonostante e perchè le loro bacheche non sanno cosa voglia dire vincerli sul campo, certi trofei (perchè alla fine è questo che conta).

Ecco Gigi,  quando ti senti amareggiato e sconfitto, ti invito a ricordarti di tutto ciò e fare appello all’essere juventino. Tu stesso una volta hai dichiarato che ‘lamentarsi dell’arbitraggio è ‘l’alibi dei perdenti’ ebbene, una volta smaltita l’umana ira, ricorda che tu, la Juve, noi, non siamo perdenti ma siamo quelli che vincono sapendo trasformare le cadute in voglia di riscatto.

ANSA/DANIEL DAL ZENNARO

Da adesso in poi, caro Gigi, facciamo la Juve. Facciamo capire ai nostri avversari e i nostri detrattori chi siamo: mettiamoli a tacere con partite disputate con il coltello tra i denti, con la voglia non solo di vincere ma di sconfiggere, senza essere mai domi e mai sazi.  Dimostriamo ancora una volta chi sono i campioni bianconeri facendo uscire i nostri avversari a testa bassa dal terreno di gioco, consapevoli di aver perso contro i migliori, i più spietati: senza risparmiarsi, senza avere remore, senza fare calcoli, semplicemente facendo la Juve! Indossa i panni di Capitano e Campione che sei e insieme parliamo sul campo -con vittorie schiaccianti-  di cosa significa essere juventini, quelli a cui devi strappare la pelle per fermarli, quelli che sono adirati e per questo ancora più  vogliosi di vittoria.

Ripartiamo dall’anima messa in campo al Bernabeu che ha reso ‘i galacticos’ piccoli piccoli e (nonostante la rabbia e il senso di ingiustizia) ci rende comunque vincitori. Il motto di questa Champions è stato #together ebbene, tutto torna, perchè l’anima che insieme avete messo in campo ci ha uniti tutti ancor di più: nello stesso sentimento di collera, nella stessa voglia di rivalsa ma anche e soprattutto rendendoci #finoallafine orgogliosi dei nostri colori. Perchè se sei stato ferito nell’anima e quella ferita urla vendetta,  allora la devi tirare fuori, quell’anima: abbattendo quelli che te la vogliono portare via.

Caterina Autiero