Fanno rumore le dichiarazioni di Diaconale, giornalista e responsabile della comunicazione della Società Sportiva Lazio in tema di scudetto. Un attacco duro e discutibile alla Juventus.
Caro Signor Arturo Diaconale,
uomo tutto d’un pezzo, tu che sei giornalista da tempo immemore, tu che sei nato l’8 settembre che ci ricorda nientemeno che l’armistizio di Cassibile, perché, dicci, in un momento così drammatico per il mondo intero ( attenzione, il mondo intero, non il vialetto sotto casa) ti è passato per la testa di montare a mo’ di meringa una polemicona contro la Juventus???
Ma ti pare il caso???
St’8 settembre, o meglio, il ricordo di un armistizio, non lo si poteva applicare al magico mondo del pallone, cessare le ostilità – quelle non sul campo ovviamente – e pensare alle cose veramente serie che ci premono (e solo noi sappiamo quanto premano!!!)?
Ok, sì, vado un attimo per gradi e ti riporto pari pari le tue dichiarazioni.
“Il legittimo interesse della Lazio a finire regolarmente il campionato non nasce dalla pretesa di vincere lo scudetto a tavolino, ma solo dalla speranza di poterlo conquistare sul campo. Questo interesse ha la stessa legittimità di quello di chi vorrebbe annullare il campionato in corso per avere lo scudetto d’ufficio e potersi dedicare solo alla Champions o per evitare una rovinosa retrocessione”.
Precisando che queste dichiarazioni non sono state rilasciate per conto della Lazio, mi chiedo io, povera tifosa da strada e panino con le polpette in curva, ma davvero vogliamo demonizzare fino a questo punto una squadra “scamazzandola” fino a farla diventare una platessa?
Ok sì, si parla della Juve, croce per molti, delizia per altri.
Non siamo ipocriti, è amata solo dai suoi tifosi sparsi. The rest of the world la tiene sullo stomaco o lì vicino.
Quello che sconcerta è la poca obiettività, in un momento storico drammatico come MAI si è vissuto dal secondo dopoguerra (e noi non c’eravamo, quindi riesce difficile anche solo immaginare), nel lanciare una bomba di proporzioni grosse sui presunti intenti del club bianconero di uno scudetto “d’ufficio” per concentrarsi sull’obiettivo principe di ogni loro stagione calcistica: la Champions.
Diaconà, ma veramente fai????
Olimpiadi rimandate, Europei rimandati, TUTTO lo sport mondiale fermo ai box, Wimbledon e Roland Garros, notizia fresca fresca, annullati e qua stiamo pensando alla Champions?
Nessuna squadra si sta allenando, la vita di tutti ruota vorticosamente intorno al COVID-19 e al gran casino che ha creato nel mondo, siamo confinati in casa come topi, spaventati dall’altro, guardiamo con sospetto chiunque, andiamo avanti a video chiamate perfino con i genitori anziani e con i figli lontani, grandi o piccoli che siano, e qua si parla di Coppe?
Ripartiremo Artù, lo sappiamo che ripartiremo ma non sappiamo quando e come. Io capisco che bisogna guardare al dopo, al futuro, alla positività, ma facciamo funzionare al meglio questa quarantena non perdendo la lucidità?
Fermo restando che manco la Juve, quasi sicuramente, vorrebbe vedersi assegnare uno “scudetto infetto”, macchiato da un male che miete vittime nel mondo come se fossero cascate di granella di nocciole sulle praline al cioccolato.
La dignità, la faccia, agli occhi del mondo del pallone, che sia visto sotto l’aspetto dell’affaristica o quello del semplice tifoso appassionato, crediamo conti ancora tanto.
Uno scudetto è una festa, un sventolio di bandiere, un continuo intonare cori, non un funerale.
A nessuno piacerebbe una cosa così, un regalo non chiesto, solo per concentrarsi su altro, anche se quest’altro, anzi, quest’altra, si chiama Champions.
Perciò Diaconà, io la prossima volta ci penserei su dieci volte prima di tirare pallonate alla cieca, e al raggiungimento dell’undicesima, starei zitto.
Saluti lucidi, molto lucidi.
Simona Cannaò