Calciomercato estivo agli sgoccioli… Finalmente!!! A chi giova questa lungaggine?

Questo calciomercato ha messo alla prova tutti: calciatori, dirigenti e tifosi che resteranno col fiato sospeso fino al 2 settembre. Ma perchè così lungo? E perchè non farlo terminare prima dell'inizio del campionato?

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Sessantaquattrogiorni sulla carta, molti di più se consideriamo l’ufficioso inizio dopo la fine del Campionato 2018/2019.

Il calciomercato estivo si accomiata per la gioia di molti.

Il calciomercato italiano, croce e delizia di tifosi e addetti ai lavori, vede finalmente il suo tramonto, previsto per Lunedì 2 Settembre alle ore 22:00.

Sessantaquattro giorni ufficiali (esclusi quelli immediatamente successivi al 19 Maggio, giorno che ha visto in scena l’ultima giornata dello scorso Campionato).
Sessantaquattro giorni di clamori, ipotesi, conferme, smentite, illusioni, affaroni, sogni diventati realtà, saldi di fine stagione, gossip e quanto più si possa immaginare che graviti intorno all’imprevedibile mondo del pallone.

Tutte le squadre di Serie A, in questo lungo periodo, si sono rinforzate di parecchio.

C’è chi ha assestato dei gran colpi, chi ha svecchiato la rosa, chi ha puntato su giocatori non più giovanissimi ma di alto profilo internazionale, chi si trova letteralmente “sul groppone” alcuni elementi che, per varie ragioni, non riesce a far accasare presso altri lidi.

Da una parte società scatenate o attente ai conti; dall’altra i giornalisti, sempre in cerca di questo o quell’altro scoop; e ancora i tifosi, ai quali sarebbe solo consentito sognare e tifare ma che, puntualmente, si autotrasformano in Direttori Sportivi, notai, commercialisti, medici, giornalisti, allenatori.

Tutto questo scenario, apparentemente surreale come il parmigiano spolverato sugli spaghetti alle vongole, è diventato una snervante realtà che ha praticamente quasi consumato le riserve di pazienza di tutto l’ambiente calcistico.

Certo, non possiamo non annoverare tra i grandi arrivi di questa sessione calciatori del calibro di Matthijs de Ligt (dall’Ajax alla Juventus), Romelu Lukaku e Alexis Sánchez (dal Manchester United all’Inter), Franck Ribéry (dal Bayern Monaco alla Fiorentina), Hirving Lozano (dal PSV al Napoli).

Notizia dell’ultim’ora, anche l’arrivo dal Tottenham di Fernando Llorente al Napoli.

Grossissimi colpi, soprattutto per il profilo internazionale delle squadre italiane, ma ci chiediamo: tutti questi colpi, assieme a quelli meno clamorosi, avrebbero necessitato di così tanto tempo per essere messi a segno???

Tre mesi quasi per formare una squadra?
Tre mesi per allestire un team, tra tournée estive (pure in capo al mondo), allenamenti, progetti, ambizioni, sogni? E magari poi, vedere un giocatore disputare un preliminare di una qualche competizione europea, o due giornate di Campionato con una casacca e qualche giorno dopo, la restante annata calcistica con un’altra???

Sembra tutto decisamente paradossale!!!

Di questi tempi, pare dura anche la vita del tifoso, che vede o si immedesima in un determinato calciatore e poi, di punto in bianco, si vede soffiare dal piatto la polpetta (magari da una squadra acerrima rivale di quella da lui tifata!).

Tante sono le dinamiche scatenate da questo lungo periodo di scambi e affari, perché per chi sta DENTRO il mondo del calcio lo sa bene che di affari e conti si tratta, mentre il tifoso sogna, immagina, ambisce.

Ecco perché gli appassionati di pallone, noi che ci avventuriamo nello scrivere di pallone, nel tifare, nel portare avanti un ideale sportivo magari da generazioni e riconoscerci in esso ci chiediamo:

A chi giova questa lungaggine? A chi fa bene il calciomercato infinito?

Sappiamo a chi fa male, pare evidente: alla passione, alla dedizione, alla fede calcistica che sovente si vede minata da tanta incertezza, da un mondo che sembra sempre più un Limbo lontano anni luce dalle sue tifoserie che invece dovrebbero essere linfa vitale per le società, in termini di introiti e di sostegno durante le gare.

Che sia stato, dunque, un caso unico questo calciomercato così lungo, snervante e a tratti avvilente.

Che sia dato un freno dai piani alti a tanto tempo perso dietro a situazioni sicuramente sbrogliabili in tempi più ristretti.

Si può davvero, anche per questo fattore cronologico, correre il rischio di un concreto disinnamoramento al pallone???

E dopo, che ci resta?

Una passione tronca, un amore senza lieto fine, un sogno infranto???
Si rischia di dividere le strade, di lasciare Topolino senza Minnie, una granita siciliana senza brioche “col tuppo”, un divano senza forma del sedere del suo più assiduo/a frequentatore e magari, vedere all’orizzonte prospettarsi scenari apocalittici come lo sdoganamento del parmigiano sugli spaghetti alle vongole.

 

Simona Cannaò