Un tuffo nel passato rossonero, in un caldo pomeriggio milanese. Protagonisti alcuni dei nomi che hanno fatto grande la storia del Milan: Baresi, Maldini, Tassotti, Galli, Massaro, Galliani e Inzaghi. Tutti in prima fila per assistere alla presentazione del libro “Calcio totale” di Arrigo Sacchi, tenutasi alla Feltrinelli di piazza Piemonte 2.
Incontro letterario? No, più una rimpatriata tra amici per ricordare i bei tempi, quelli d’oro, che hanno portato il Milan ad essere a lungo il club più titolato al mondo.
E nonostante siano già passati diversi anni, seppur con qualche ruga o capello in meno, vedere una delle difese più forti di tutti i tempi quasi al completo, insieme a Sacchi è sempre un gran bel colpo d’occhio.
Quasi commosso l’ad rossonero Adriano Galliani, che si è vantato di quell’epopea meravigliosa iniziata nella stagione 87/88 proprio con Arrigo Sacchi, per tutti l’allenatore del Milan più bello di sempre, lasciando in secondo piano persino l’esperienza sulla panchina del Real Madrid e della Nazionale.
Sacchi per la prima volta a tu per tu con il pubblico, una biografia che si era prefissato di scrivere a fine carriera ma che, forse, è arrivata prima, come lui stesso ha sottolineato. Un libro scritto a quattro mani insieme a Guido Conti, che racconta la storia del “profeta di Fusignano” uno che ha avuto la fortuna di trasformare una passione in un lavoro. Quattro anni di Milan che hanno lasciato il segno in tutto il mondo, perché nonostante gli Ancelotti, i Mourinho e i Guardiola di turno, è ancora lui a detenere il record di unico allenatore ad aver vinto due Coppe dei Campioni (oggi Champions League) consecutive. Diffidenza, ma non prevenzione al suo arrivo, presentatosi come un eretico nel calcio italiano per il suo modo di vedere il gioco e di programmare gli allenamenti, ha goduto comunque subito di grande fiducia. E così per ripagare la società della fiducia riposta in lui, firma il contratto in bianco e dimostra di essere grande e coraggioso, per aver cambiato quello che si era sempre detto e scritto, inaugurando così un nuovo capitolo della storia del calcio italiano: “Il calcio per me era musica, armonia e bellezza, in un Paese in cui si voleva vincere e basta. Io ho avuto la fortuna di capitare in una società dove volevano non solo vincere, ma anche divertire e convincere”.
Ringrazia tutti Sacchi, dai tifosi, ai giocatori, alla società per averlo sempre assecondato e sostenuto. Un pomeriggio all’insegna dei ricordi, spazio quindi solo al passato e non al presente, ci scherza su persino Galliani, prima di congedarsi: “Europa? Non parlo di geografia. Oggi abbiamo parlato di storia e continuo a parlare di storia”.
Federica Di Bartolomeo