Calcio e Covid 19, dopo i primi casi lo stop è d’obbligo

Il calcio si ferma: i primi positivi in Serie A

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Il calcio si ferma. Dopo i due casi positivi nell’ambiente calcistico italiano: Daniele Rugani della Juventus e Gagliardini della Sampdoria la decisione è ufficiale.

Molti campionati europei stanno seguendo la stessa rigida linea dell’Italia: in Spagna il campionato è sospeso e in Inghilterra si valuta l’ipotesi dopo i tre casi positivi in Premier League. Per adesso si pensa alla sospensione anche di tutte le partite di Champions League e Europa League, decisione che verrà presa martedì.

Le idee in Italia erano diverse: continuare il campionato a porte chiuse con la forte opposizione del governo e del sindacato dei calciatori guidati da Tommasi.

Diversi allenatori hanno chiesto lo stop del calcio, difficile lavorare con questo clima e mettere in rio pericolo la salute di staff e giocatori, tra questi l’allenatore Filippo Inzaghi, allenatore della capolista di serie B, il Benevento, si è detto favorevole anche lui allo stop:

“Onestamente si fa fatica a parlare di calcio. I ragazzi meritano di tornare in campo con lo stadio pieno per godersi un campionato storico per tutta la Serie B. Spero che fermino tutto perché così non ha senso più nulla. Questa squadra merita di festeggiare con il suo pubblico però, in questo momento, non si riesce a godersi più nulla. La salute viene prima di tutto, il calcio deve tornare quando sarà il momento giusto”.

L’allenatore del Milan, Stefano Pioli, si è detto felice dei rinvii:

Il calcio è con i tifosi, è entusiasmo, passione, emozione, quindi a porte chiuse non c’è. Visto che ho avuto questa esperienza, mi ero preoccupato per tutta la settimana di far capire cosa significasse giocare senza tifosi. Io sono contento che non si giochi, si poteva decidere prima però”,

diceva già qualche settimana fa, il 29 Febbraio.

Una delle dichiarazioni più recenti è Paulo Fonseca, allenatore della Roma,che alla viglia di Siviglia-Roma (poi rinviata) parlò dell’emergenza Coronavirus:

“C’è qualcosa che è più importante del calcio ed è la salute delle persone. Penso che in questi giorni verranno prese decisioni molto importanti e non dovrebbero essere prese solo dai rispettivi campionati, ma dovrebbero essere prese in collaborazione con la UEFA”.

Maurizio Sarri piuttosto dubbioso invece sullo stop :

Se c’è una categoria di persone che mi fa paura sono i tuttologi. Io faccio l’allenatore e la mia conoscenza è troppo limitata per avere un’idea precisa su cosa sia giusto fare. L’unica cosa che mi sono domandato oggi è se sia giusto togliere due ore di divertimento e svago alle persone chiuse in casa. La sensazione della paura quando giochi non ce l’hai, ma quanto sia grande questo rischio per noi non lo so”,

ha detto a Sky sport qualche giorno fa.

Walter Zenga e Radja Nainggolan, allenatore e centrocampista del Cagliari, volevano continuare con gli allenamenti, nel rispetto di chi è costretto a non fermarsi, a lavorare.

Anche il presidente dell’Inter Steven Zhang vuole lo stop:

“Ritengo che la sicurezza e la salute siano le cose più importanti e che non si possa scendere a compromessi in tal senso. Le nuove misure emesse dal Governo sono giuste e volte alla tutela della salute pubblica. Ci saranno dei contraccolpi economici, ma al momento non è la priorità”.

A sostenere Daniele Rugani ci hanno pensato il compagno di squadra Miralem Pjanić con un post su Instagram

Altri compagni ed ex bianconeri hanno commentato il post di Rugani dimostrando solidarietà e vicinanza al giovane difensore, tra questi Marchisio: “Forza amico mio”, Alvaro Morata ora al Atletico Madrid: “Forza ❤❤❤” e lo stesso account officiale della Juventus: “Siamo una squadra. E siamo con te. Forza, @daniruga! 💪 #DistantiMaUniti”.

Michela Asti