Il Calcio dalla A alla Z di Marta Elena Casanova
La vita è una partita di calcio fra un ciak e l’altro
Nasce da questo pensiero la rubrica di Gol di Tacco a Spillo, il web magazine regolarmente registrato come testata giornalistica composto esclusivamente da donne. Parlare di calcio al femminile, in toni talvolta meno seri e magari più ironici è uno degli intenti della redazione più rosa del web.
Intento che si è tramutato anche in un’intervista alfabetica, dove donne raccontano la vita attraverso la metafora del calcio o il calcio attraverso piccole storie di vita.
A sottoporsi oggi alla nostra valanga di domande è la giornalista Marta Elena Casanova.
Genovese e tifosa della Sampdoria fin da bambina, milanese di adozione, giornalista e anche scrittrice, Marta Elena Casanova è anche autrice del saggio Tifose, le donne del calcio.
Amore: Il calcio è amore. Come l’amore ti fa stare benissimo, malissimo, ti fa soffrire e gioire.
Bandiera: Roberto Mancini.
Calcio femminile: Ho studiato tanto il calcio femminile, è un mondo appassionante e appassionato. Ora si è arrivati al professionismo finalmente, ma la strada è ancora lunga per arrivare al successo che merita.
Derby: L’unica partita che non guardo.
Emozioni: Dentro a uno stadio, durante una partita, tutte le emozioni del mondo.
Fuorigioco: L’ho spiegato a mia nipote quando aveva sei anni, poi lei l’ha spiegato a me disegnandolo con linee e puntini su un foglio. Direi che sappiamo di cosa si tratta!
Gavetta: Necessaria, ma a volte dura anche troppo.
Hooligans: Non sportivi.
Invasione di campo: mi è capitato una volta. WOW!
Jolly: Quanto tempo ho?
Ko: Sempre brutto, ma il calcio è fatto così
Legno: Il perno dell’illusione
Mister: Boskov su tutti. Non il migliore, ma unico.
Nazionale: eh…
Onestà: Essere onesti in campo non è da tutti, anzi. Un applauso a chi non teme di esserlo.
Paura: La paura ha due facce, quella buona e quella cattiva. Quella buona ti porta ad affrontare una situazione nel migliore dei modi come non avresti pensato, quella cattiva blocca, e non si va più da nessuna parte.
Q…: Q di qualità. Il calcio italiano ne ha persa un bel po’ per strada, bisogna fare dei passi indietro, cercare meglio nei vivai, valorizzare i giovani senza per questo farne delle star dopo una sola buona prestazione.
Rigore: O la va o la spacca, e normalmente un tifoso sa già come andrà.
Social network: Mezzi fantastici e ormai fondamentali, nella vita come nel calcio. Ma ahimè c’è sempre il rovescio della medaglia: da chi non sa utilizzarli a chi li usa solo col ruolo di leone da tastiera, in un attimo i social possono diventare il posto peggiore al mondo.
Stadio: Casa.
Tacco: Altissimo o niente. Sui tacchi non ho vie di mezzo.
Urlo: Una liberazione, nel bene e nel male.
Vittoria: Una gioia da condividere.
Wags: Esistono da quando esiste il calcio, direi che prima di tutto sono donne.
Xenofobia: Una brutta bestia, dentro e fuori dal calcio, nello sport, e nella società, purtroppo temo sia qualcosa che non sparirà mai del tutto.
Ying e Yang: Un difficile gioco di equilibri, riuscirci richiede molto lavoro, e anche quando ci si riesce non è detto che duri.
Zona Cesarini: La zona Cesarini è come dire “ non arrendersi mai”. Ecco, una vittoria al 90°, o anche nel recupero, è una gioia indescrivibile per chi ne beneficia, una grande amarezza per chi la subisce. Ma certamente è una degli aspetti più belli del calcio.