C come calcio, C come coronavirus: anche il pallone ‘vittima’ del virus

In Italia è allarme vero cornavirus tanto che molte gare sono state rinviate precauzionalmente nel frattempo, a Brescia, c'è chi infetta il calcio servendosi del virus

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Nelle ultime ore, l’Italia sta vivendo in prima persona, la drammaticità del coronavirus.

Vittime, casi accertati e la conseguente paura dilagante nonchè la necessità di essere quanto mai attenti, hanno avuto ripercussioni anche sul mondo dello sport.

Sono diverse le partite di volley, basket ma anche di calcio rinviate dalle federazioni o fermate dalle autorità in via precauzionale.

  • Sospesa la gara di Serie C fra Piacenza e Sambenedettese.
  • La Lega Dilettanti lombarda, tra Eccellenza, Prima Categoria e giovanili fino alle juniores femminili, ha deciso di rinviare ben 43 incontri.
  • Nei comuni del Lodigiano coinvolti dall’emergenza, la Regione Lombardia ha emesso un’ordinanza che vieta “la partecipazione ad attività sportive per i cittadini residenti indipendentemente dal luogo di svolgimento della manifestazione“.

Nel frattempo la Federcalcio fa sapere di essere in continuo contatto col Ministero della Salute ed è pronta ad intervenire se le condizioni dovessero cambiare.

Mentre accade tutto questo c’è però chi usa questa calamità per infettare lo sport, il calcio e il tifo sano.

Al Rigamonti, durante Brescia-Napoli, non bastava la più classica invocazione al Vesuvio ma, per deridere i tifosi partenopei sono stati intonati cori che li accostavano proprio al coronavirus.

Un nuovo e triste episodio, aggravato perché su queste cose non si può scherzare, perchè ci sono persone che davvero stanno male, si registrano morti e peraltro proprio in Lombardia, nella regione di Brescia, la situazione pare essere grave.