90 minuti è quanto dura una partita di calcio: 45 minuti il primo tempo, altrettanti il secondo. A volte, però, il tempo non è abbastanza
Davide Astori non ne ha avuto a sufficienza per vedere crescere la sua più grande Vittoria insieme alla compagnia, per continuare a dare soddisfazione ai genitori, per ridere e scherzare con il fratello e gli amici. Lo abbiamo conosciuto tutti per il mestiere che aveva deciso di praticare anni fa e che per lui rappresentava la passione di una vita graze al quale ci teneva compagnia tutte le settimane. Ieri, nel giorno della sua tragica e prematura scomparsa, la Serie A si è fermata. Un silenzio per rispettare un dolore incommentabile, interrotto dai club solo per lanciare un messaggio, personale e sentito, e salutare un uomo oltre che calciatore di altri tempi.
Dal Milan dove ha mosso i primi passi nelle giovanili, al Cagliari che lo ha adottato per sei lunghi anni, lanciandolo verso una meritata ma troppo breve carriera. Poi passando per la Roma, step che gli ha permesso di vivere l’emozione della Champions, fino alla Fiorentina di cui con fierezza, anche ieri, avrebbe indossato la fascia da capitano. https://www.instagram.com/p/Bf6IFQTFien/
Davide é stato destinatario di tanti altri tweet e comunicati di società che per tutto questo tempo lo hanno visto calcare i propri campi come rispettabile ed esemplare avversario.
Il 4 marzo 2018 ha scosso tutto il mondo del calcio, anche a livello internazionale e così club quali Barcellona, Real Madrid, Borussia Dortmund, Liverpool, Psg e altri hanno deciso di stringersi intorno alla Fiorentina e alla famiglia Astori, esponendo anch’essi il proprio cordoglio.
La giornata di ieri non sarà dimenticata. Un figlio, compagno, padre, calciatore, azzurro se ne è andato lasciando un vuoto nel suo silenzio troppo rumoroso, ma il suo ricordo oggi forte più che mai ci accompagnerà da qui a sempre.
Ciao Davide, continua a difenderci come tu sai fare.
Chiara Vernini