Compie oggi gli anni Bruno Pizzul, uno dei più noti telecronisti del calcio italiano dallo stile pacato ed inconfondibile
La sua voce inconfondibile e pacata, con il finale delle parole un pò allungato, rimane per sempre fissa nella mente di chi ha vissuto le ‘Notti Magiche’ dei Mondiali di Italia ’90.
Così come l’imparzialità che ha accompagnato la sua carriera di telecronista e la sua vita di amante del calcio, tra un’inossidabile fede Granata e un amore incondizionato per il bianconero Roberto Baggio.
Come a dire che i meriti vanno sempre riconosciuti, al di la dei colori.
Bruno Pizzul, uno di famiglia per generazioni di tifosi.
Una personalità poliedrica, un’ottima cultura e una competenza indubbia sulla quale però egli stesso non manca di ironizzare durante una recentissima intervista: “La competenza è sempre discutibile nel calcio, però io qualche partita di serie B con il Catania l’ho giocata…”.
Perchè prima di essere un telecronista, Bruno è stato un centromediano, pensionato troppo presto per un problema al ginocchio.
Al microfono della Rai arriva per un caso fortuito; durante un concorso per programmatore gli addetti ai lavori capiscono che la sua strada è un’altra.
Il suo esordio è ai Mondiali del 1970, con Martellini e Carosio.
Nella sua carriera sarà una delle voci ufficiali di ben 5 Mondiali e 4 Europei ed è stato lui a dover gestire in diretta la tragedia dell’Heysel che ha sempre definito un episodio talmente inammissibile ed inaccettabile che ferisce la coscienza di un uomo.
Bruno ha le idee chiare anche sul calcio di oggi, che continua ovviamente a seguire con passione (nonostante la sua avventura lavorativa sia terminata nel 2002, quando si è congedato al termine dell’amichevole Italia – Slovenia): “Oggi molte partite annoiano – ha dichiarato tempo fa alla “Gazzetta dello Sport” – i calciatori sembrano omologati, nessuno tenta di uscire dagli schemi, è un calcio muscolare e tattico, il talento è difficilmente esprimibile. Il calcio che ho commentato io si muoveva su ritmi più conciliabili con l’estro, l’imprevedibilità e quindi produceva quasi sempre spettacolo”.
Auguri Bruno!
La redazione