Sedici anni di dominio incontrastato. Sedici anni di straordinari successi, di record macinati uno dopo l’altro, interrotti da una breve, dolorosa parentesi che diventa poi la madre di una seconda serie di vittorie: questo è Gianluigi Buffon alla Juventus.
Questo, e molto altro ancora, e ben lo sanno i suoi sostituti, che devono competere con il mostro sacro degli estremi difensori, col “Numero uno dei numeri uno”.
Non hanno vita facile, i vice di Buffon. Sempre dietro le quinte, aspettando un’occasione, anche la più piccola, per mettersi in mostra. E se la vetrina non è sufficientemente illuminata, allora si cerca luce altrove: sì, perché essere il sostituto del portiere più forte al mondo significa anche avere un posto da titolare assicurato in una qualsiasi altra squadra che non sia la Juventus.
Da Rampulla ad Abbiati, da Chimenti a Storari (per citarne alcuni): la retroguardia della Signora ci menziona nomi più o meno vivi nella memoria dei tifosi, portieri di tutto rispetto che si sono poi confrontati con altre realtà, lasciando un buon nome e un ricordo altrettanto piacevole.
Antonio Chimenti arrivò a Torino nel 2002, dal Lecce, dove era stato il primo portiere per tre anni. Rimase alla Juventus quattro anni, e dopo le parentesi di Cagliari e Udinese, ritornò in casa bianconera. Il suo nome, sfortunatamente, resta legato alla clamorosa “débacle” in Europa League del 2010, quando la Juventus, dopo il 3-1 dell’andata, si fece rimontare dal Fulham, prendendo quattro reti e buttando all’aria una qualificazione che sembrava già cosa fatta.
Christian Abbiati rievoca immediatamente il Milan, con cui si è laureato tre volte campione d’Italia. Approdò in prestito nel 2005 per sostituire Buffon, infortunatosi a una spalla prima dell’inizio della stagione e fu un ottimo protagonista di quella annata, incassando solo 9 reti in 19 partite, giocando per ben sei mesi e proteggendo la porta della Signora nell’ anno, vincente e paradossale, dello Scudetto di Calciopoli.
Anche Alexander Manninger, arrivato alla Juventus nel 2008, ebbe modo di sostituire spesso un indisposto Buffon, afflitto da continui problemi alla schiena. La sua presenza statuaria, fredda è ancora ben impressa nella memoria dei tifosi della Signora, in quegli anni di “purgatorio” che seguirono al ritorno dalla serie B e che sancirono stagioni difficili e altalenanti.
Indimenticato e indimenticabile è Marco Storari, secondo di Gigi per ben cinque stagioni e numero uno della prima, quella in cui finalmente il portierone nazionale decise di sottoporsi all’intervento risolutivo dei suoi fastidi alla schiena. L’annata 2010/2011 con Del Neri fu amara per la Juventus, soltanto settima a fine campionato, eppure Marco disputò gare assolutamente all’altezza della situazione. Forse qualcuno ricorderà le parole forti dell’allenatore bianconero, che non dava assolutamente per scontato il rientro come titolare di Gianluigi, visto il livello di maturità raggiunto dal portiere pisano. Il recupero di Buffon in porta risultò tuttavia eccellente e dopo quattro anni Storari decise per il ritorno al Cagliari, dove già aveva militato.
Ultimo protagonista alle spalle di Buffon è stato Norberto Neto, portiere brasiliano appena passato al Valencia, titolare effettivo della scorsa Coppa Italia, la terza di fila per la squadra bianconera. Neto si è destreggiato bene in questa competizione (a parte cinque minuti di delirio nella semifinale di ritorno contro il Napoli…): particolarmente buona la sua prestazione durante la finale di Roma, in cui ha mostrato sicurezza e solidità in porta.
Dopo il campionato a venire, quasi sicuramente, Gianluigi Buffon appenderà al chiodo le scarpette e cederà la fascia da capitano. La sua eredità in bianconero, dopo accurate valutazioni, è ricaduta sul portiere polacco Wojciech Szczesny, svincolatosi dalla Roma e già nutrito di una lunga esperienza tra i gunners dell’ Arsenal. Eredità senza dubbio onerosa: i paragoni con un monumento del genere non potranno che essere ingombranti…In questa stagione avrà modo di rodarsi bene, per rendere meno dolorosa l’uscita di scena del grande numero uno. Intanto parlano per lui le ottime prestazioni in giallorosso e la frase che ha conquistato tutti, durante la prima conferenza stampa: “Ora sono un giocatore della Juventus, non ho più punti deboli”.
Occhio, tuttavia, anche a Carlo Pinsoglio: il terzo portiere, cresciuto nel vivaio bianconero, ha dato bella mostra di sé nel tour statunitense appena concluso e, tra parate significative e forte intuito sui rigori, è già entrato nel cuore dei tifosi.
La Juventus è particolarmente ferrata nella gestione degli addii storici. Del resto, nella squadra bianconera più che altrove, tutti sono utili ma nessuno è indispensabile. Con l’addio di Buffon i suoi sostituti si daranno da fare per scrivere, per l’ennesima volta, la storia. E allora speriamo di poter dire: chiusa una porta si apre (anzi, si chiude!) un portone.
Daniela Russo