Brahim Diaz è arrivato al Milan, in prestito dal Real Madrid, e pian piano ha conquistato il suo posto da titolare.

Con grande umiltà ha lavorato, lavorato tanto per crescere, migliorare, far valere e vedere le proprie qualità. Umiltà e qualità le sue che, a 22 anni da poco compiuti, non molti professionisti hanno. Ha chiesto a gran voce di restare per un altro anno al Milan, convinto di poter crescere grazie all’aiuto di Stefano Pioli, e non sta deludendo le aspettative. Concentrato, con il sorriso sulle labbra, il sorriso di un ragazzo che vuole giocare a calcio e che per farlo ci mette l’anima, sempre.

La maglia numero 10: un privilegio e una responsabilità sulle spalle di Brahim Diaz

Stefano Pioli ha voluto che indossasse la maglia numero 10. Una grande responsabilità, senza ombra di dubbio, ma anche una dimostrazione di grande fiducia. E lo spagnolo lo sa bene, tanto che ha dichiarato: “Tutti conoscono la quantità di talenti che l’hanno indossata. Per me è un privilegio. Spero di esserne all’altezza, ci sto provando con tutte le mie forze“.

Un giocatore così, per la propria trequarti, con la voglia di vincere e di giocare per la squadra, il Milan lo aspettava da tempo.

Paolo Maldini l’ha fortemente voluto e ha visto in lui quel qualcosa che i tifosi rossoneri, ma non soltanto loro, avrebbero visto solo qualche mese più tardi. Giocate di qualità, spirito di sacrificio, voglia di provarci nonostante qualsiasi difficoltà perché, nel gioco del calcio, fino all’ultimo minuto, fino al fischio finale dell’arbitro, non è mai detta l’ultima parola.

Lo spagnolo classe 1999 non è perciò solo un trequartista puro, ma è anche diventato, al giorno d’oggi, un leader vero, che riesce a tirar su la squadra anche nei momenti di difficoltà, consapevole che con il guizzo giusto, con l’invenzione nella giocata, si può sempre creare qualcosa di importante. Così come è accaduto nella partita di Champions League che il Milan ha giocato contro l’Atletico Madrid a San Siro.

Nonostante il risultato, che più che una sconfitta ha sancito una beffa, ancora una volta Brahim Diaz è stato un uomo fondamentale in campo tra gli 11 titolari di Pioli. Ha fornito anche uno splendido assist che ha permesso a Rafael Leao di segnare il momentaneo 1-0. Instancabile, fino a quando è rimasto in campo, ha dato spettacolo, come spesso sta facendo in questa nuova stagione calcistica siglata 2021/2022.

L’affetto dei tifosi rossoneri lo ha convinto a restare a Milano: un amore così grande

I tifosi stravedono per il trequartista che fino a pochi mesi fa ancora non aveva mostrato effettivamente tutte le sue giocate. Il gol segnato lo scorso anno contro la Juventus, uno dei più belli segnati in carriera fino ad ora, come ha lui stesso affermato, ha fatto da apripista a un anno che promette di essere spettacolare.

Brahim Diaz è riuscito a conquistare i sostenitori rossoneri tanto da arrivare a farsi dedicare un coro che sa di vera e propria dichiarazione d’amore: “Il coro che fu di Kaka? Per me è bellissimo. Lui è una leggenda, un calciatore che qualsiasi giovane ammira. È stato straordinario. Per me è un onore, ma ai tifosi sono grato anche per il modo in cui mi trattano, per l’affetto sin dal primo giorno. Cerco di restituirlo facendo bene in campo“.

Così il dieci rossonero ha voluto ringraziare i milanisti che credono in lui. Fare bene in campo, oltre che a essere un obiettivo di crescita personale, è diventato un dovere per ricompensare coloro che in lui ha creduto fin dall’inizio.

Un fiore sbocciato nel prato di San Siro, con i colori del Diavolo da omaggiare. Perché quando dai affetto, ricevi affetto e, in questa stagione di Serie A, Brahim Diaz quell’affetto lo sta tramutando in una vera macchina da guerra: in 6 partite ha già segnato 3 gol e ha servito 1 assist. A questi dati del campionato vanno aggiunti poi, appunto, quelli di Champions: in 2 gare ha segnato 1 gol, contro il Liverpool e ha servito 1 assist, contro l’Atletico Madrid. Numeri questi che quasi vogliono avvisare l’avversario, qualsiasi esso sia.

Brahim c’è e vuole portare il Milan in alto, con un solo obiettivo, quello di fare risultato per il suo gruppo, come lui stesso ha affermato: “Quest’anno arrivo di più in porta, è vero. Ho voglia di aiutare la squadra giocando vicino l’area avversaria. I gol ci sono, ma mi interessa molto di più che ci siano i risultati“.

Alessia Gentile

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