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Bologna, il “fuoco e desiderio” di questa estate si è spento. Via Inzaghi, a Mihajlovic affidata l’impresa salvezza. Ne parliamo con Simone Minghinelli

Intervista a Simone Minghinelli, direttore di un web magazine dedicato al Bologna

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Appena 2 vittorie, 8 pareggi e 11 sconfitte

Questi sono i numeri impietosi che hanno sancito l’addio di Filippo Inzaghi al Bologna, che ha invece accolto in panchina Sinisa Mihajlovic.
Un ritorno quello del tecnico serbo che proprio con il Bologna, nel 2008, ha fatto il suo esordio come allenatore su una panchina di Serie A. Quel giorno Sinisa affrontò la Roma guidata da Luciano Spalletti: lo stesso tecnico che incontrerà alla sua prima di questa nuova avventura, in occasione di Inter-Bologna.

Avventura Salvezza

Potremmo definirla così la storia che legherà Mihajlovic agli emiliani in questi mesi.
Il tecnco è chiamato a compiere un mezzo miracolo.
Lui crede nella salvezza e farà di tutto per centrarla.

Raccoglie una squadra che ha bisogno di ritrovare positività e fiducia e avrà il compito di ridare all’ambiente speranza.

www.zerocinquantuno.it

Con Simone Minghinelli, direttore responsabile di Zerocinquantuno, abbiamo analizzato la situazione degli emiliani.

Questa estate, al suo arrivo, Inzaghi era riuscito a infondere nella piazza un grande entusiasmo, poi cosa non è andato?

Le cose sono peggiorate progressivamente… La squadra che era stata impostata sul concetto di “fuoco e desiderio”  che era lo slogan della campagna abbonamenti e la rosa era stata costruita tenendo conto di queti aspetti: di un livello non altissimo ma molto combattiva cercando di ricreare lo spirito che aveva contraddistinto il Venezia di Inzaghi in Serie B.
Le cose non sono andate bene perchè i risultati non sono mai arrivati: solo due vittorie, i pareggi, le numerose sconfitte e le tante prestazioni in cui è mancato sempre quel qualcosa in più. Non si è mai riusciti a trovare equilibrio: all’inizio si cercava di mettere un po’ la testa fuori dal guscio; a metà girone d’andata si era trovata compattezza e si prendevano meno gol ma non si tirava mai in porta…
Società e tifoseria, finchè hanno potuto, hanno sempre sostenuto Inzaghi poi si è arrivati a un punto in cui era diventato indifendibile pur avendoci sempre messo l’anima e sotto l’aspetto della professionalità non gli si può imputare nulla. Come idea di calcio, purtroppo, ha dato poco o nulla.

La percentuale di colpa di Inzaghi?

Fin qui è stato un campionato molto deludente. Non è l’unico responsabile ma sicuramente, con la rosa a disposizione, secondo me, ci ha messo molto del suo. Alla lunga, di responsabilità, ne ha accumulate parecchie: se si vincono solo due partite…!
La rosa a sua disposizione è lacunosa non disastrosa e quantomeno si doveva restare fuori dalle ultime tre posizioni.

Qundi credi che con la rosa a disposizione avrebbe potuto fare di più?

…Almeno di centrare l’obiettivo di restare fuori dalle ultime tre…Non fare solo 14 punti!

La piazza era da un po’ esausta e scontenta dei risultati e del gioco. La decisione di puntare su Sinisa come è stata accolta dai tifosi?

Tra i nomi disponibili sicuramente era quello apprezzato dalla maggioranza della tifoseria. Lui nei tifosi aveva lasciato un buon ricordo, nonostante l’esonero. A livello umano c’era un ottimo ricordo quindi è stato accolto a braccia aperte.
Il Bologna deve ritrovarsi e lui si rimette in gioco: un bel mix per cercare di uscire da una situazione delicata.

Mihajlovic sarà in grado di fare di più con questo organico?

Io penso di si. Se guardiamo l’organico del Bologna non credo sia da meno di altre quattro-cinque squadre del campionato. E’ chiaro che adesso deve scontare questo gap in classifica.
Con Sansone e Soriano in più e quelli richiesti espressamente da lui che sono due giovani scommesse la squadra è completa in tutti i reparti per la salvezza anche se non so se aritmeticamente basterà perchè eredita una situazione molto complicata.
La salvezza è un traguardo complicato per la classifica, non per il valore della rosa.

Come cambierà il Bologna con il tecnico serbo?

Sicuramente lui ha già annunciato in conferenza stampa di voler puntare sul 433 come modulo (che è quello che ha usato prevalentemente nella sua carriera) o 4231. L’ultimo Inzaghi aveva battezzato il 433 -dopo aver insistito fin troppo sul 352- e sarà un Bologna sicuramente più coraggioso e propositivo.
Mihajlovic vuole vedere una squadra aggressiva, che attacca alta gli avversari.

E’ un allenatore di temperamente e se fa presa sul gruppo e lo seguono penso possa ottenere dei risultati.

Quali sono le difficoltà maggiori che incontrerà?

E’ chiaro che quando devi giocare di rincorsa ogni domenica è una pressione pesante con cui si deve per forza convivere. Ora il Bologna non deve guardare la classifica ogni domenica e cercare di giocare con la mente più libera possibile.
Alla situazione ambientale non facile si aggiunge anche un calendario non facile.
Sinisa dovrà cercare di tranquillizare ambiente e spogliatoio pur consapevole che bisogna iniziare a vincere (per forza!).

Quali sono le squadre, che secondo te, insidieranno i rossoblu nella conquista della permanenza in A?

In questo momento il Chievo, pur determinato e volenteroso, lo vedo in difficoltà. Il frosinone è stato rivitalizzato dal Bologna ma non mi sembra così attrezzata per lottare fino al’ultimo. La lotta, secondo me sarà con Empoli, Udinese e Spal che hanno un andamento irregolare e non mi sembrano si siano rinforzate particolarmente in questo ultimo mercato.

Guardando alla stagione fin qui disputata, quale giocatore, a tuo avviso, è stato il più deludente?

Direi che è stato tutto il collettivo che ha deluso. Nel complesso non ne vedo uno che abbia deluso più degli altri.
Forse quello che non ci aspettavamo messo in queste condizioni, avendolo già avuto a bologna, è Dzemaili: dopo il Montreal non è più lo stesso, fa molta fatica proprio sul piano fisico.

Mercato: credi che la Società sia intervenuta dove era necessario e nel modo giusto in questa sessione invernale?

E’ intervenuta nei ruoli dove doveva intervenire. Serviva un fantasista ed è arrivato Sansone; un centrocampista di qualità ed è arrivato Soriano; doveva arrivare un centrale di difesa solido e qui si è scelto (affidandosi al nuovo allenatore) di puntare su Lyanco che è molto promettente ma ha anche 22 anni e bisogna capire se saprà reggere alcune pressioni di un ambiente che non può permettersi errori; poi è arrivato Edera che darà un po’ il cambio a Orsolini  e Palacio (che è da sfruttare più come arma nei secondi tempi).

 

Caterina Autiero 

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