Dall’Argentina il calcio che fa ancora sognare: Tevez e Maradona nella gioia infinita della vittoria del Boca Juniors
Il calcio è uno sport imprevedibile, magico, tosto, a volte crudele. Ti porta in cielo e ti illude come Dedalo e Icaro nell’ardimentoso desiderio di volare. Un attimo dopo però, sei lì che precipiti nel vuoto senza protezioni.
Il calcio è così, visto al di fuori del business, del soldo, del calciomercato, degli interessi, delle vetrine, degli ingaggi, degli sponsor. E’ una passione viscerale che solo chi ne è colpito, può comprendere.
Il sacro pallone ha il fuoco sacro del tifo, quello di una sola città, quello di provincia, quello delle piccole realtà, quello sdoppiato ma residente nella stessa città.
Juventus e Torino, Milan e Inter, Lazio e Roma in Italia.
E poi le tante squadre di Londra, le due di Madrid, le due di Barcellona.
Poi loro, quelle due realtà che oltreoceano, nella parte di quell’America tanto cara agli italiani, si contendono da sempre il titolo di squadra regina di Buenos Aires.
A questo giro è toccato al Boca Juniors, la squadra del D10S, la squadra degli avi italici, la squadra che gioca a La Bombonera.
Il campionato argentino si è concluso appunto con la vittoria all’ultima giornata del Boca, con un gol a 18 minuti dalla fine di una vecchia ma indimenticabile conoscenza del calcio nostrano: Carlos Tevez.
Un gol pesantissimo, che ha condannato la storica avversaria del Boca, il River Plate, alla perdita dello scudetto. Al River sarebbe bastata una vittoria contro la 14esima in classifica che invece ha inchiodato la squadra sull’1-1 mentre il Boca si è giocato fino all’ultimo minuto il match contro il Gimnasia, guarda caso. Allenato proprio da Dieguito.
Un tripudio, un osanna di festeggiamenti che hanno coinvolto, sebbene a distanza, un altro illustre gigante del nostro calcio, quel Daniele De Rossi che ha militato per soli sei mesi nella squadra.
Dicevamo di questa festa incredibile e di una foto, immortalata e diventata in un attimo virale, di un bacio di gioia stampato da Carlitos al Mister in quel momento suo avversario ma, come sappiamo, storico calciatore proprio del Boca in età giovanile, poco più che ventenne.
Una grande immagine di calcio, di sport, di gioia, in un momento in cui il mondo si è fermato e il calcio pure.
Un’immagine di passione, senza orpelli, rivalità, muri. Quella che il pallone dovrebbe riscoprire, rispolverare e portare a vita nuova, come un vecchio baule carico di ricordi da consegnare alle nuove generazioni come preziosa eredità.
Simona Cannaò