Belgio: scalata al Ranking e valori di mercato fanno della Nazionale una rivale temibile

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Quante cose son cambiate da quel lontano 2006 quando l’Italia colorò il mondo di verde bianco e rosso al suon di po-po-po-po. Eppure, anche il quell’occasione, nel ranking Fifa risultò seconda (suo massimo traguardo). Da quel giorno molto è cambiato e oggi la Nazionale italiana, tra proclami, tentate rivoluzioni, critiche prova a tornare protagonista. E’ riuscita a centrare la qualificazione agli Europei di Francia 2016 e, guidata dal ct Conte, non vuole sfigurare. Ecco che le amichevoli in programma, da qui a inizio torneo, serviranno per testare il gruppo (che deve essere composto prima da Uomini ) e per dare alla squadra gioco e carattere. In una di questi test amichevoli gli Azzurri si metteranno ala prova contro il Belgio. Una partita che, per quanto amichevole, dirà molto sulla crescita del calcio italiano. L’avversario non è affatto di serie B, tutt’altro: oggi la nazionale belga è considerata una delle realtà calcistiche più promettenti e di livello nonché un modello esemplare.

Se l’Italia, dopo il tonfo ai Mondiali 2014 ha affidato a Conte il destino della Nazionale e del movimento calcistico italiano, il Belgio la sua terapia l’ha avviata da tempo. Pensare che nel 2009 erano al 68° posto nel ranking Fifa e oggi fanno notizia in quanto primi, avanti alla Germania, nonostante nessuna vittoria in competizioni internazionali. Storicamente i “Diavoli Rossi” non sono mai stati considerati tra le top selezioni mondiali. Da quando il ranking è stato introdotto (era il 1993), la loro posizione media è stata la 33. Oggi svetta su tutte e fa parlare di sé per una rimonta incredibile. Nel 2007, anno chiuso al 66esimo posto, toccò il punto più basso con un piazzamento al 71esimo gradino del calcio mondiale. Otto anni dopo è al numero uno.

Importante per la scalata è stato il lavoro dei vivai dei quattro principali club (Standard, Anderlecht, Bruges e Genk) dal quale deriva una generazione “d’oro”: il Belgio ha vissuto una straordinaria fioritura di talenti prestati, tra l’altro ai campionati stranieri. Lo stesso ct Wilmots tempo fa disse “adesso la gente del calcio pensa che i belgi si adattino bene all’estero e anche da giovanissimi“.

Osservando i costi dei cartellini, oggi, la selezione belga risulta avere l’insieme di valori più alti dell’intera Europa. Dati alla mano varrebbe 387 milioni contro gli appena 188 dell’Italia. Emblema di questo divario è il trasferimento del belga De Bruyne dal Wolfsburg al Manchester City per 74 milioni ­ contro quello più caro degli azzurri ­di Darmian allo United per 18 milioni. Ma basta dare uno sguardo alla formazione e ai valori dei singoli per capire come l’11 titolare di Wilmots valga nettamente di più rispetto a quello di Conte.

Non c’è dubbio che dal 2000 a oggi, in Belgio, si sia fatto un ottimo lavoro. Hanno avuto la costanza di lavorare sui giovani senza temere di farli giocare in prima squadra anche da giovanissimi e hanno iniziato a esportare i propri talenti. In questi anni i “Diavoli Rossi” hanno saputo reinventarsi, riprogrammarsi e aggiornarsi. I risultati sono sotto gli occhi di tutti: oggi il Belgio è un’autentica mina vagante a Francia 2016 e non solo.

Caterina Autiero