Il Genoa ha 13 punti in meno dell’anno scorso ma può ancora salvarsi: la ricetta Ballardini funzionera?
Il nuovo capitolo si chiama Davide Ballardini, nome familiare in terra ligure. Familiare, per l’appunto, perché Ballardini a Genova è conosciuto e non poco, uno di famiglia in sponda rossoblù. Un vero e proprio ritorno a casa per il tecnico romagnolo che torna al Marassi e soprattutto al Pegli. Per la terza volta infatti tocca a Davide Ballardini la missione salvezza.
La prima è datata 2010: subentra a Gasperini che non era riuscito a spingere oltre -3 dalla zona retrocessione all’undicesima giornata, in 5 partite totalizza 10 punti, vince entrambi i derby e finisce decimo in classifica; ciononostante al termine della stagione non viene confermato.
La seconda risale al 2013: esordisce alla 22ma giornata, subentrando a Del Neri che avete sostituito De Canio, durante uno Genoa-Juventus finito 1-1, alla fine della stagione si salva con due giornate d’anticipo ma anche in questo caso non viene riconfermato.
Non c’è due senza tre.
Sebbene un amante della difesa a 3, passare alla linea a quattro diventa quasi necessario, Izzo a dx Zukanovic a sx. Già ieri è stato provato, in fase di allenamento, un 4-3-2-1 iniziale e un 3-4-2-1.
Anche un 4-3-1-2 non sarebbe del tutto da escludere e i ballottaggi principali potrebbero essere Zukanovic/Gentiletti, Lazovic/Rosi, un’altra possibile novità potrebbe essere Ricardo Centurion, in campo finora soltanto contro Juventus e Lazio totalizzando 51 minuti e una collezione di esclusioni; nelle uniche due presenze, l’argentino ha giocato come ala sinistra, Ballardini invece lo ha provato con il sopracitato modulo in posizione da trequartista e come falso nueve nel 4-3-3 affiancando Taarabt. Oggi particolare attenzione anche su Brlek, Migiore, Ricci e Rodriguez.
Alcuni dubbi e interrogativi ancora da sciogliere ma le idee e la grinta ci sono e Ballardini potrebbe quindi essere il piano B (più A di tutti) per ripartire con l’unico obiettivo, ancora una volta, di allontanarsi proprio da quella fantomatica lettera.
La storia è dalla sua parte e la fiducia del popolo del Grifone non manca, Ballardini infatti non è soltanto un tecnico e questo i rossoblù lo sanno, società e i tifosi, torna a casa. Che Genova per lui sia un po’ casa lo dimostra il terzo sì pronunciato sebbene i due precedenti no alla riconferma. Quella nord gli è entrata nel cuore e lui è entrato nel cuore della nord e questo può soltanto aiutare.
Egle Patanè