Avversari violenti: i piccoli calciatori del Monterosi rinunciano alla coppa

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Durante la Finale del Torneo Del Mare Adriatico a Vasto, i baby calciatori del Monterosi  lasciano il campo dopo gli atti intimidatori e i calci della formazione avversaria, la Napoli As Promotion; una violenza sollecitata addirittura dalla panchina partenopea

(Fonte fotografica il messaggero.it)

Un primo tempo di calci e vessazioni, di intimidazioni fisiche e verbali.

A tanto sono arrivati dei ragazzini classe 2004 della squadra categoria Giovanissimi del Napoli Ad Promotion impegnati il 3 giugno in una partita contro il Monterosi a Vasto, nella finale del Torneo Del Mare Adriatico.

Le prime avvisaglie già il giorno prima, durante la semifinale, con atteggiamenti intimidatori sedati soltanto dall’intervento dei carabinieri.

Così, quello che doveva essere un torneo sportivo improntato al divertimento e soprattutto al rispetto dell’avversario si è trasformato in un gioco scorretto e pericoloso che ha indotto i  baby calciatori impauriti del Monterosi a chiedere al proprio mister di sospendere la partita e lasciare il campo, rinunciando alla possibilità di vincere la Coppa.

I piccoli calciatori avranno si rinunciato ad un trofeo ma sicuramente hanno dato una grande lezione di fronte allo scempio che si stava vivendo in campo, dimostrando che il rispetto e il divertimento valgono molto più che una coppa.

Una situazione paradossale che è proseguita anche con l’assegnazione del trofeo,  dato a tavolino alla squadra partenopea tra l‘esaltazione generale dei ragazzini della squadra e dei loro genitori, mentre i calciatori del Monterosi e le loro famiglie lasciavano il campo con i carabinieri di scorta.

Viene da chiedersi sempre più spesso, visto il ripetersi di simili episodi, come in nome del calcio, allenatori e genitori possano sollecitare addirittura la violenza come strumento per facilitare la vittoria; e ci si chiede con altrettanto stupore come gli enti preposti non intervengano con provvedimenti disciplinari rigidi e significativi per arginare queste brutture.

Silvia Sanmory