Il tiro di Aurora Galli da fuori area contro la Cina è forse l’immagine più bella degli Ottavi Azzurri
“Essere una calciatrice è un modo di vivere.
Io ci vivo benissimo”.
Con quegli occhi vivacissimi e quegli occhiali da intellettuale avrebbe potuto essere un medico, o un ingegnere. Invece ha scelto, sin da piccolissima, di giocare a calcio.
Quando Aurora parla della sua crescita con il pallone, lo fa con lo sguardo acceso di chi ha vissuto una sorta di favola moderna: “Nessuno mi faceva pesare il fatto di essere femmina. Giocavo con i maschi, facevamo la doccia insieme. Mi hanno accettato benissimo. Avevo circa quattro anni”.
Gli stessi allenatori, nel suo percorso, l’hanno aiutata senza mai buttarle addosso l’ombra latente della diversità.
Aurora ha vissuto in un mondo maschile ma con la fortuna di avere dalla sua degli uomini senza pregiudizi che potessero alimentare la sua passione per il gioco del calcio.
Milanese di nascita, interista da sempre, sino a 11 anni milita con i coetanei maschi della Pro Vigevano, ma ben presto l’Inter femminile contatta il papà per un provino. Per Yaya – così è chiamata affettuosamente in famiglia – è un piccolo sogno che si realizza.
Ma il sogno prosegue con la chiamata della Torres – squadra campione d’Italia – alla quale lei risponde ‘sì’ senza nemmeno consultare i suoi.
La ragazza conosce bene genitori e fratelli: mamma, papà, Andrea Anna e Alessandro sono da sempre i suoi più grandi tifosi e sostenitori.
Prendono l’aereo e la portano in Sardegna.
La forza più grande di Aurora è proprio il suo nucleo familiare.
Con suo fratello tira i primi calci, insieme si sentono quasi invincibili.
È sua sorella ad attenderla agli allenamenti, incurante dei suoi ritardi malgrado una giornata di lavoro. Lo racconta la stessa Galli nel post dedicato su Instagram dopo la vittoria contro la Cina, lo raccontano i post continui tra fratelli su Facebook.
Tutto nella vita di Yaya parla di questo legame indissolubile, all’insegna del pallone, un collante speciale che diventa per questi tre ragazzi una questione di sangue oltre che di passione:
Un legame che è stato anche oggetto di fraintendimenti da parte di chi non lo conosce: la foto pubblicata proprio da Aurora, che ritrae il bacio tra lei e la sorella, è stata presentata – non tanto per scalpore ma quanto per poca informazione – come un bacio tra fidanzate.
“Se penso al calcio penso a tante emozioni contrastanti. Però sono tutte emozioni che ti fanno crescere”.
Aurora è determinata e pronta a affrontare tutto quello che da questa sua scelta deriva. Come nei club – oggi veste la maglia della Juventus, da due anni – così anche con la Nazionale.
La centrocampista classe ’96, tra le tante esperienze nella sua giovane carriera di calciatrice, ha anche scelto di legarsi alla Lotto come personale sponsor tecnico. Lo scorso anno ha rinnovato il contratto fino al 2020: è stata la prima a legarsi al brand, quando militava nelle fila del Mozzanica.
La maglia azzurra è “un trampolino e un riconoscimento da parte di tutti coloro che amano e comprendono il calcio”, e questo Mondiale che da fuori sembra una cosa insormontabile, invece “sono partite come le altre. Ok, con tante tante pressioni in più… Ma io sono felice di giocarle con il mio fantastico gruppo”.
È quasi il momento di Italia-Olanda. La Galli è consapevole che le emozioni saranno tantissime.
Una cosa è certa: comunque vada, alla fine, sarà stata l’ennesima occasione per crescere.
Daniela Russo