“Per la Juventus ha segnato, con il numero 17, David…TRE-ZE-GUET!”
Questa stessa frase ripetuta per 171 volte, in 320 partite.
Dieci anni in bianconero, dei quarantadue compiuti oggi.
Questo è David Trezeguet nella storia della Vecchia Signora. O, se preferite, TrezeGol.
Ma c’è tanto di più al di là delle cifre. C’è la storia dolorosa di una retrocessione, di un campionato in cadetteria a cui ha detto ‘sì’ senza pensarci troppo:“Dopo essere tornati dai Mondiali ci siamo incontrati. Ci siamo guardati negli occhi e ci siamo subito capiti, ci sentivamo legati alla società e dovevamo riportarla subito in Serie A“.
Perché per lui la Juventus è stata casa, è casa ancora oggi che la rappresenta, in giro per il mondo.
La casa in cui ha conosciuto Alessandro Del Piero, compagno di reparto ma molto di più di questo: una sorta di gemello del gol, un complementare assoluto, yin e yang come il bianco e il nero. Una coppia capace di segnare nel 2007/08 ben 41 reti, cannoniere e vice della Serie A.
Una casa della quale ha conosciuto tutte le stanze, quella della gloria (a oggi è lo straniero più prolifico con la maglia della Juve) come quella della sofferenza legata anche ai tanti infortuni subìti, quella della delusione quando è stato ceduto (tanti ricorderanno il gesto polemico in campo in quell’ormai lontano 2010), fino ad arrivare a quella calda e confortevole della riconciliazione:
Senza considerare la sua strada in maglia bleu: Campione del Mondo e d’Europa nel giro di soli 2 anni, 1998 e 2000.
Scattante come una pantera, spietato, lucido e cinico Ariete al quale le porte non hanno potuto resistere, capace di sbucare dal nulla per colpire e affondare in un micron di secondo. Un centravanti di razza pura, indimenticato e indimenticabile.
“Trezeguet, Trezeguet, quando gioca segna sempre Trezeguet…”.
Questione di coro, questione di cuore. Perché di TrezeGol ce n’è uno solo.
Tanti auguri, David.
Daniela Russo
(immagini Getty)