Andrea Pirlo, detto il Maestro o anche Mozart e ancora il Metronomo da Brescia.
Compie gli anni oggi uno dei centrocampisti più intelligenti della sua generazione, che ha lasciato il segno ovunque sia andato e con qualsiasi maglia indossata: sì, perché pur avendo fatto la storia in maglia rossonera con il Milan, Pirlo è sempre stato Pirlo. Lo è stato ai mondiali 2006 – come dimenticare la sua imbeccata per il gol di Fabio Grosso in semifinale? – e lo è stato ancor più alla Juventus quando si pensava la sua carriera fosse oramai agli sgoccioli, e invece ha regalato perle di calcio.
Insostituibile a dettare i tempi per i compagni di squadra, dotato di una visione di gioco pazzesca, Andrea resta alla storia per la precisione con cui realizzava i calci piazzati, spesso e volentieri sentenze.
Dal Brescia alla Reggina, dal Milan alla Juventus passando per la Nazionale non c’è maglia con cui Pirlo non abbia sfoggiato la sua straordinaria abilità balistica sulle punizioni; un effetto talmente insidioso da fargli ottenere un nome tutto suo, la maledetta. Ne vogliamo ricordare dieci tra quelle messe a segno dagli esordi a chiusura di carriera:
Brescia-Empoli: siamo nel 1997 e Andrea è ancora un ragazzino appena uscito dalla Primavera, ma ha già deciso che il calcio di punizione sarà il suo biglietto da visita. Lo vedremo esultare subito dopo a mo’ di aeroplanino…
Reggina-Lecce: tre anni dopo con la maglia amaranto della Reggina il tiro è già più potente, la palla disegna una traiettoria perfetta fino al sette:Milan-Parma: la prima rete con la maglia rossonera, anno 2002. Un capolavoro spedito a rete da angolazione difficile, una precisione da cecchino. E quell’esultanza in cui mostra a San Siro la maglia col suo numero.
Italia-Scozia: durante le qualificazioni per i Mondiali 2006, Andrea trascina gli Azzurri alla vittoria con una doppietta: il primo gol è una punizione che beffa il portiere sul suo palo. Curiosità: indossava la maglia numero 8.Inter-Milan: è il 2007 e si gioca il Derby della Madonnina; malgrado la sconfitta Pirlo lascia il segno: stupenda la punizione che insacca la palla nel sette alle spalle di Julio César.
Milan-Liverpool: finale di UCL 2007, la punizione di Andrea diventa un preziosissimo assist per la rete di Filippo Inzaghi: Mozart compone sinfonie anche “dietro le quinte”.
Italia-San Marino: 2013, una delle più belle punizioni di Pirlo con la maglia della Nazionale, una traiettoria pazzesca soprattutto se vista dall’alto. Il Maestro imprime al pallone un effetto a virgola che finisce alle spalle del portiere sul suo palo.
Juventus-Napoli: punizione capolavoro quella del 2013 con la maglia della Juve. Bellissima e molto, molto difficile.Genoa-Juventus: quasi speculare della precedente contro il Napoli, questa nel 2014 deciderà il risultato sul difficile campo del Genoa.
New York City-Philadelphia: e nel 2016 anche gli Stati Uniti hanno la possibilità di vedere dal vivo le sue pennellate su calcio piazzato: gli anni passano ma il “vizio” rimane.Tutto questo e molto altro si potrebbe dire di Andrea Pirlo: raramente abbiamo visto uno saper dirigere in campo come lui faceva. Schivo, silenzioso, poco avvezzo ai sorrisi, ha sempre lasciato parlare di sè – piuttosto che parlare – compagni e allenatori che hanno speso fiumi di elogi per questo incredibile giocatore.
Oggi compie 40 anni e tutti ci chiediamo quanto tempo dovremo aspettare ancora per vederlo ancora in campo. Stavolta non al centro, ma a bordo… Per continuare, comunque, a dirigere.
Non è a questo che servono i Maestri?
Daniela Russo