Attilio Lombardo, uno degli ultimi superstiti di quella magica Samp

Attilio Lombardo, quella sua Sampdoria dei miracoli, l'eterna amicizia con Roberto Mancini che li ha trasformati in un team vincente anche in panchina

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Attilio Lombardo Sampdoria
Foto: Sampdoria on Twitter (https://twitter.com/sampdoria/status/552466857589211138)

Attilio Lombardo e il suo primato non da poco: in Serie A ha indossato tre maglie diverse e ha vinto lo scudetto con ognuna di esse.

Attilio Lombardo, un campano trapiantato nella fredda Lombardia, viene da definirlo uno degli ultimi “superstiti” di quella magica Sampdoria che conquistò lo scudetto nel 1991.

Quella Samp era una famiglia prima di essere una squadra, in cui i rapporti di stima, rispetto e amicizia andavano ben oltre il campo da calcio. Quei legami profondi, che ti porti dietro per tutta la vita.

Un legame come quello di Roberto Mancini e Attilio Lombardo, chiamato scherzosamente Braccio di Ferro dalla stampa.

Un legame che ha spinto Lombardo ad accettare senza esitazione il ruolo di assistente di Mancini sulla panchina della nazionale italiana.

La Sampdoria è la tappa più gloriosa della carriera di Lombardo nella massima serie calcistica italiana e incredibilmente è anche quella del suo esordio.

Le ottime prestazioni di Attilio con la Cremonese, con cui conquista la promozione, convincono Boškov a scommettere sul centrocampista.

Dopo circa 7 anni costellati di successi – tra cui una Coppa dei Campioni sfiorata in finale – arriva l’offerta della prestigiosa Juventus, guidata da Marcello Lippi.

In realtà l’inizio dell’esperienza bianconera Lombardo la vive più da spettatore a causa della frattura di tibia e perone ma aggiunge al suo palmarés nuovi trofei, tra cui il secondo scudetto.

Nel 1997 Lombardo cambia aria, il suo soprannome diventa Bald Eagle e il Crystal Palace gli spalanca le porte.

Il club inglese è affascinato da quell’ala destra atletica e di sacrificio capace di penetrare nelle migliori difese.

La Premier League è un campionato particolare, molto diverso da quello italiano, e Attilio fa un po’ fatica. Contemporaneamente scopre di avere un altro incredibile talento: fare il player manager.

Conclude la sua carriera ai massimi livelli nella Lazio di Eriksson, conquistando il terzo scudetto con la terza casacca differente.

Attilio Lombardo sente di dover coltivare quella passione che aveva avvertito nel sedersi in panchina; la Sampdoria, a cui aveva dato tanto, gli permette di cominciare a piccoli passi la carriera di allenatore.

Dopo numerose esperienze in club minori ecco che arriva la grande occasione, quella che solo l’amico di una vita può fornirti.

Mancini-Lombardo diventano una coppia che fa parlare, con loro in panchina il Manchester City vince il campionato che gli mancava da 44 anni.

Segue Mancini anche al Galatasaray, alterna il ruolo di vice a quello di collaboratore tecnico.

Il lavoro svolto da Lombardo in panchina piace al resto della platea calcistica italiana, tanto da spingerlo a lavorare al fianco anche di Di Matteo e Mihajlovic.

Il coronamento del sogno arriva ad Euro2020, con accanto i migliori amici Vialli e Mancini.

Attilio alza al cielo la coppa con l’Italia, quella stessa Italia in cui lui non era riuscito a giocare in competizioni ufficiali, sempre scavalcato nelle gerarchie.

Un lavoratore serio, competente, Attilio Lombardo, che mai ha lasciato che le difficoltà del mondo del calcio, spesso spietato, spegnessero la sua passione.

 

Federica Vitali