Atti vandalici, tre giocatori puniti con un mese di lavori socialmente utili

Tre giocatori della squadra juniores della Fornacette Casarosa che hanno compiuto atti vandalici nel campo avversario sono stati puniti con un mese di lavori e il fermo dalle gare ufficiali

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Un segnale per tutta la squadra.

Questo è stato l’intento di Luca Baldi, lungimirante presidente della FC Fornacette Casarosa ASD, squadra calcistica della Prima Categoria toscana, che ha punito tre diciassettenni della juniores che hanno imbrattato i muri dello spogliatoio avversario dopo una partita persa contro il Ponte a Moriano.

Non solo; i tre calciatori non contenti dell’atto vandalico hanno proseguito gettando in un fiume vicino al campo da gioco del materiale sportivo.

Baldi e la dirigenza della squadra non ci hanno pensato due volte e ci sono andati giù giustamente in modo pesante soprattutto per evitare che in futuro altri pensino di ripetere simili “bravate”; il provvedimento disciplinare prevede un mese di lavori socialmente utili che consistono nel prendersi cura dello spogliatoio della squadra, arrivando in anticipo su tutti e preparando tutto il necessario per gli allenamenti. Alla fine dei quali toccherà sempre a loro mettere in ordine in maniera precisa. Inoltre in occasione delle gare ufficiali dovranno lavare le divise usate dai compagni e dai guardalinee.

E per rendere la punizione ancora più esemplare ai tre è stato vietato di scendere in campo nelle gare ufficiali pur con l’obbligo di allenarsi costantemente.

Il presidente ha inoltre ricordato a tutti i Juniores del Fornasette che in caso qualcuno pensi di deridere i tre in punizione li raggiungerà a completare la squadra dei lavori “forzati”.

Gli atti vandalici non sono di certo l’unico scempio da arginare nel calcio; al termine di ogni giornata c’è la solita, tristemente nota, conta di incresciosi episodi di violenza ai danni di arbitri, giocatori, allenatori, soprattutto nei gironi delle categorie dilettantistiche e soprattutto nelle squadre giovanili dove non è raro che a randellarsi siano persino i genitori dei presunti Cr7 del domani, trasformati in barbari sugli spalti per difendere il loro futuro campione da irregolarità quasi mai reali.

Spesso non vengono presi provvedimenti seri, al massimo le scuse ufficiali da parte della Società interessata; nonostante spesso intervengano addirittura le Forze dell’Ordine per sedare gli animi… animi che nelle settimane successive sono destinati a infiammarsi nuovamente.

La violenza nel mondo del pallone pare diventata una pericolosa consuetudine, tollerata se non accettata.

Si spera che la lezione impartita da Baldi possa essere d’esempio per le dirigenze di tutti i club e che serva a ricordare il valore educativo dello sport, che rischia sempre di più di diventare anacronistico.

 

Silvia Sanmory

 

 

 

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