Indegno, schifoso, immondo… non ci sono aggettivi capaci di descrivere l’indecenza alla quale si è spinto un allenatore di calcio femminile (se si può considerare tale….)
Già perchè, dietro la tuta e la passione per la disciplina, si nascondeva un uomo perverso.
Peter Priamo, avrebbe approfittato della sua posizione di allenatore per «porre in essere atti di natura sessuale» nei confronti di atlete minorenni.
Le indagini sono partite dopo la denuncia della famiglia di una giovane, insospettita dallo strano rapporto che la giovane intratteneva con l’uomo.
Dal cellulare della ragazza è emersa una chat su WhatsApp fatta di messaggi inequivocabili e ben oltre la decenza.
Da lì è venuto poi fuori uno scenario raccapricciante.
Tra il 2015 e il 2018 il mister, all’epoca 40enne, avrebbe iniziato chiedere foto di nudo alle giocatrici della squadra femminile, arrivando ad abusare sessualmente di almeno tre di loro che, all’epoca dei fatti, avevano tra i 13 e i 16 anni.
L’uomo è adesso accusato di adescamento di minorenni, detenzione di materiale pornografico con minori e atti sessuali con minorenni, che secondo la procura di Venezia avrebbe ripetuto, in tempi diversi.
In attesa della sentenza definitiva del Tribunale, è stato punito dalla giustizia sportiva che ha decretato per l’ormai ex allenatore l’inibizione a svolgere ogni attività in seno alla Figc per cinque anni.
Nell’annunciare la squalifica dell’allenatore, la Federcalcio ha stabilito anche l’estraneità della società nella quale Priamo militava all’epoca dei fatti, che era stata multata in precedenza con una sanzione di ben 2 mila euro.
Dopo la sentenza sportiva, il club trevigiano ha ribadito la sua estraneità alla vicenda specificando come, appena essere stati a conoscenza del tutto, l’allenatore fosse stato allontanato.
In attesa del processo, per l’uomo è stata adottata una misura di obbligo di dimora e divieto assoluto di avvicinamento alle giovani coinvolte.