La stagione è ancora lontana ma l’Atalanta respira profondamente il clima della Champions.
Dopo il prolungamento del prestito di Mario Pasalic, asso nella manica di Gasperini per la seconda parte della scorsa annata, piazza a sorpresa il colpo Muriel, acquisito dal Siviglia a titolo definitivo dopo il semestre in prestito alla Fiorentina.
A sorpresa, perché il colombiano ha riportato un infortunio – una lesione di secondo grado del legamento collaterale del ginocchio sinistro, insorta durante la sfida con l’Argentina – che ha fatto temere a una rottura (scongiurata) del crociato. Invece lo stop del giocatore ha favorito la trattativa tra spagnoli e bergamaschi che hanno individuato il loro primo grosso nome per far bella figura in Champions.
Lusi Muriel è un nome ben noto qui in Italia: arrivato all’Udinese a soli 19 anni, si è destreggiato tra i friulani, il Lecce e la Sampdoria con alterne fortune. Giocatore che ha rivestito tutti i ruoli in attacco, Luis porta con sé un incredibile bagaglio tecnico e nel contempo la scomodissima etichetta dell’incompiuto, affibbiatagli oramai da tempo.
«Ho illuso e poi deluso. Gli altri, ma prima me stesso».
Una carriera altalenante tra la freddezza di Udine e il calore salentino, oggi fenomeno, domani delusione. Un difficile controllo del proprio peso – : «Se vuole parlare con me, deve perdere almeno cinque chili», dichiarava il mister friulano Guidolin – unito a un carattere fragile la cui tendenza é quella di auto deprimersi nei momenti di difficoltà. Gli anni di Udine sono stati particolarmente tormentati e densi di infortuni.
A Genova, sponda blucerchiata, vive una prima stagione assai altalenante e una seconda un po’ più stabile nelle mani di Giampaolo, ma nemmeno il passaggio a Siviglia gli regalerà la tanto agognata continuità di cui necessita. L’ impatto con Firenze è stato ottimo nei primi tempi: poi anche lui, purtroppo, è stato risucchiato nella vorticosa crisi che ha risucchiato la squadra Viola.
Ora con l’Atalanta arriva veramente l’occasione di una vita. Una squadra dall’ambiente familiare e ambizioso, dove gioca – ed è sbocciato – il suo connazionale Duvan Zapata. A 28 anni, il salto definitivo non può più essere rimandato.
Luis si è detto contagiato dall’entusiasmo che si respira in casa della Dea – e questo non è difficile da credere – e di essersi sentito fortemente voluto e desiderato. Componenti non da poco per chi, come lui, fa della fiducia un ingrediente indispensabile per andare avanti. E poi i messaggi quotidiano con il connazionale:
“Zapata? Lui è innamorato della città e della società, ha provato tutti i giorni a convincermi ma è bastato poco. L’ho già detto, è stato fondamentale l’entusiasmo del presidente e dell’allenatore. Duvan mi ha raccontato un po’ della città e mi ha parlato benissimo della società. Conosco Zapata da tantissimi anni, abbiamo giocato in Nazionale e abbiamo fatto anche il Mondiale Under 20 insieme. Possiamo scambiarci posizione in attacco. Poi è un vero amico e averlo in squadra sarà per me molto importante. Insieme possiamo fare molto bene”.
Muriel, che si è impossessato della maglia numero 9, porta sicuramente con sé un bagaglio importante: è l’unico del suo Paese a aver segnato con cinque casacche diverse nei maggiori campionati europei in questo secolo. Con Zapata costituisce la coppia colombiana più prolifica della Serie A, e quei numeri – che in passato lo fecero accostare a Ronaldo Il Fenomeno – sono ancora lì, nelle sue corde.
Sta a lui adesso fare la sua parte: Gasperini si sa ama le sfide e non esiterà a sottoporlo alla stessa ‘cura rivitalizzante’ attraverso la quale è recentemente passato anche Josip Ilicic. Il tecnico orobico sembra perfetto per far acquisire all’estroso attaccante quella convinzione e quella continuità necessari per essere cavallo di battaglia della Dea alla conquista delle lusinghe della Grande Europa.
Daniela Russo