Atalanta: la “dea” dei miracoli

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Se il detto “il buongiorno si vede dal mattino” si potesse applicare al mondo del calcio, a questo punto del campionato l’Atalanta sarebbe in fondo alla classifica. Ma il calcio non è il meteo e la Dea ne è l’esempio.

Il cammino fatto dalla Dea, che l’ha portata al quinto posto della classifica di Serie A, lasciandosi alle spalle Inter, Milan e Fiorentina, e a un solo punto dalla Lazio  è stato un cammino fatto di alti e bassi, di grandi imprese contro le big e di risultati positivi insperati. Le prime giornate hanno visto l’Atalanta collezionare 4 sconfitte su 5 partite, risultati che avrebbero scoraggiato chiunque ma non i bergamaschi, mai domi. La fiducia accordata a Gasperini, nonostante il pessimo avvio di stagione,  è stata premessa per una grande rimonta. Così sono giunte le vittorie contro Napoli, Inter, Roma che hanno consentito alla squadra di chiudere il girone di andata a ridosso della zona Europa League, posizione che mantiene salda ancora adesso. Nel frattempo i giovani talenti atalantini si sono fatti strada e sono stati protagonisti del mercato di riparazione di gennaio che ha visto la cessione di Gagliardini all’Inter e l’acquisto di Caldara da parte della Juventus. Altri club guardano con attenzione a Kessie, Petagna, Conti e Gomez pronti a fare la loro offerta a fine campionato.

calciatori

I tifosi nearazzurri di sponda bergamasca si godono questo momento, coccolano i loro campioni ma non si illudono; già negli anni passati hanno vissuto la stessa situazione: un buon campionato che prometteva sogni europei, le cessioni e il ritorno a metà classifica con una salvezza che sapeva di sconfitta. Ma questo campionato è ben diverso dagli altri: il record di punti e di vittorie in trasferta (7, mai successo in 110 anni ) e il rendimento costante della squadra lasciano ben sperare.

tifosi

Questa è l’Atalanta protagonista di un miracolo italiano: una squadra fatta di baby talenti cresciuti nei settori giovanili, approdati in prima squadra con la voglia di farsi notare e con l’entusiasmo tipico di chi non ha sulle spalle la pressione mediatica. Un presidente che da sempre punta sui giovani del vivaio, e un allenatore che non ha paura di schierarli in campo contro le big. Un miracolo che molti hanno paragonato al Leicester del campionato inglese dello scorso anno, ma per il quale ci auguriamo ci sia un finale diverso e più glorioso.

Gisella Santoro