Atalanta, dove sei finita? La Dea ha perso la strada per l’Olimpo

Un' altra sconfitta per l'Atalanta che non sa più vincere e soprattutto non sa più segnare: è allarme in casa bergamasca, la Dea fa fatica a trovarsi

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La sconfitta interna con la Sampdoria accende l’allarme rosso in casa della Dea.

Se fino a oggi è stato prematuro gridare alla crisi, ora risultati e classifica parlano troppo chiaro per nascondersi: l’ Atalanta è incappata in un vortice nero, una sorta di male oscuro si è impossesato di questa squadra sin dal momento in cui il doppio pari a reti inviolate con il Copenhagen ha sancito la fine del sogno europeo ancora prima che iniziasse.

Perchè davvero gli undici nerazzurrici hanno mostrato due facce in questa stagione. Un avvio pazzesco ai preliminari di Europa League, con un attacco sembrato più che in salute: 10 gol realizzati contro il Sarajevo, 6 all’ Hapoel Haifa con in mezzo le quattro reti rifilate al Frosinone alla prima di campionato. Poi i playoff con i danesi, due gare con tante occasioni create ma senza mai imbucare la porta, l’incubo dei rigori e l’eliminazione. E qualcosa che si è rotto, inevitabilmente, checché ne dica il buon Gasperini.

 

Il tecnico ha parlato ai microfoni additando la lentezza delle finalizzazioni, che porta all’ assenza delle marcature. “Facciamo bene quasi tutto, ma poi non riusciamo a fare gol”: una frase che sa di paradosso, perché nel calcio puoi essere spettacolare quanto vuoi ma se poi non segni, sono guai. E difatti la classifica della Dea, oggi, dice che la squadra è di poco distante dalla zona retrocessione. Occorre ridimensionare immediatamente gli obiettivi, come ha sottolineato lo stesso Gasp.

L’ Atalanta deve accettare che, al momento, la stada dell’Olimpo è smarrita. Non persa, attenzione: ma cercarla disperatamente ora le fa soltanto del male. Deve mettere da parte i sogni di gloria e ritornare a sporcarsi le mani, a combattere per resistere, come ha sempre fatto in tutte le stagioni antecedenti alle ultime due. Che sono state, in verità, una parentesi meravigliosa e nessuno dice che non ritornerà: ma voltarsi indietro e rimpiangere non serve, adesso.

Serve vincere, portare a casa punti. Mancano ancora tantissime partite e tutto può succedere;  e non importa se per ottenere l’obiettivo gli orobici dovranno rinunciare per un po’ alla loro bellezza. Noi la conosciamo, la bellezza della Dea. E’ il momento anche di esser rudi, se serve: Gasperini non può fallire in questo momento. Sarà lui il primo a essere atteso, in questo momento in cui la Dea ha bisogno anche, e ancora di più, dell’appoggio della sua meravigliosa tifoseria.

Daniela Russo

(immagini eco di bergamo)