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Atalanta, la Dea che si è presa il suo posto in Europa e non solo

Un’altra stagione di Serie A è terminata e l’Atalanta chiude con un quarto posto in campionato. 69 punti, 21 vittorie, 6 pareggi e 11 sconfitte: la Dea continua a entusiasmare tutti e non solo l’Italia.

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Un’altra stagione di Serie A è terminata e l’Atalanta chiude con un quarto posto in campionato. 69 punti, 21 vittorie, 6 pareggi e 11 sconfitte: la Dea continua a entusiasmare tutti e non solo l’Italia.

La squadra bergamasca corona la sua stagione, e la sua storia, con una grande vittoria in Europa League contro l’imbattibile Bayer Leverkusen. Un pezzo di storia che difficilmente si dimenticherà, anche al di fuori di Bergamo. Frutto tutto del lavoro di Gian Piero Gasperini, figura controversa nel panorama italiano, ma che ha portato i nerazzurri sul tetto d’Europa. Merito anche della dirigenza Percassi, padre e figlio, che hanno puntato sul settore giovanile per sfornare talenti.

Altro che sette sorelle, l’Atalanta è entrata di diritto nell’Olimpo delle squadre più forti del campionato, e non solo. Dieci mesi coronate con la vittoria dell’Europa League in una sera di fine maggio, contro i campioni d’Europa fino a quel momento imbattuti, alimentando sempre più il sogno di ogni tifoso di calcio.

L’ultimo campionato dell’Atalanta

L’Atalanta chiude ancora una volta fra le prime posizioni della classifica di Serie A, stagione 2023/24, con una stagione che ha consolidato la forza della squadra nerazzurra. I ragazzi di Gasperini, nonostante alcune sconfitte inaspettate, si sono mostrati sempre all’altezza della situazione, rendendosi protagonisti di partite spettacolo, come ci ha abituato il tecnico dei bergamaschi da diversi anni. Ma quello che si è vissuto in campionato è niente rispetto ai cammini nelle coppe.

La maledizione della Coppa Italia

Terza finale di Coppa Italia in cinque anni per l’Atalanta di Gasperini: dopo il 2-0 subito contro la Lazio di Simone Inzaghi nel 2019 e la sconfitta per 2-1 contro la Juventus, i nerazzurri si sono giocati la rivincita contro i bianconeri proprio allo Stadio Olimpico. Un cammino che ha visto la squadra eliminare prima il Sassuolo agli ottavi, poi il Milan ai quarti e infine la Fiorentina nella doppia sfida.

Una formazione arrivata alla finale del 15 maggio con la voglia di riscatto che però non ha avuto visto che Dusan Vlahovic ha deciso il match con un gol segnato nei primi minuti. Il gran bel gioco di Gasperini è stato spento dalla difesa di ferro bianconera, messa in campo da Massimiliano Allegri, voglioso di chiudere l’esperienza juventina con la vittoria di un trofeo.

Una maledizione che continua ad essere lo spettro soprattutto di Gian Piero Gasperini che non riesce ad alzare al cielo la coppa nazionale (complice il fatto che la tocca durante la conferenza stampa di presentazione quando la scaramanzia lo proibisce?). Una squadra che sembrava annientata dopo la sfida di Roma ma che esattamente una settimana dopo ha ribaltato tutti i fronti possibili e immaginabili.

Un cammino europeo consolidato negli anni

L’amore fra Atalanta e l’Europa è ricominciato con Gasperini: il tecnico di Grugliasco ha riportato la Dea a giocare le coppe nel 2016/17, dopo che l’ultima volta era stata nel 1990/91, al tempo la Coppa UEFA. Quell’anno i bergamaschi uscirono ai quarti di finale contro l’Inter dopo aver battuto il Colonia. Un ciclo che si è ripetuto ogni stagione fino a quella 2021/22, quando l’era Gasperini sembrava finito.

Il tecnico piemontese però ha zittito ogni voce di rottura e ha ottenuto di nuovo la qualificazione, arrivando alla consacrazione poi gli anni successivi. Un viaggio lunghissimo fra Champions ed Europa League, portando la Dea a giocarsi una finale da paura a Dublino, contro quella che sembrava una squadra di invincibili. Il presentimento che sarebbe stata una grande stagione europea per i bergamaschi però è arrivato già ai quarti di finale, quando è arrivato il Liverpool di Jurgen Klopp.

Due sfide che danno per spacciati gli atalantini che invece sbalordiscono tutti e scrivono la storia vincendo la partita d’andata ad Anfield con un netto 3-0 grazie alla doppietta di Scamacca e Pasalic. Eliminati i Reds, arriva il doppio incontro con il Marsiglia: dopo il pareggio in trasferta, il ritorno al Gewiss Stadium vede la squadra di casa sempre con un netto 3-0. Poi la fatidica sera, quella da giocare contro una squadra che sembra veramente inarrivabile, con Gasperini e i suoi a scrivere una nuova pagina di storia.

La finale da spettacolo vinta contro il Bayer Leverkusen

Dopo un percorso che vede l’Atalanta già vincitrice morale per aver eliminato il Liverpool ai quarti di finale di Europa League, la Dea è pronta ad affrontare il Bayer Leverkusen di Xabi Alonso. La stessa squadra che ha eliminato la Roma in semifinale, sbeffeggiando gli italiani sulle note di Bella Ciao.

Poi la finale di Dublino che vede i bergamaschi annientare i tedeschi con un clamoroso 3-0 che porta la firma dell’inarrestabile Lookman. Una serata che rimarrà indelebile nella storia nerazzurra, con la prima finale europea raggiunta in 117 anni e vinta senza essere mai in affanno. La rivincita di una “piccola” che porta l’Atalanta sul tetto d’Europa e con l’intera città di Bergamo a festeggiare ad oltranza.

Gli ingredienti del successo atalantino

Dopo tanti anni di grandi sacrifici e stagioni stellari, è arrivato quindi un grande riconoscimento per l’Atalanta di Gasperini. Ma cosa ha portato la Dea ad essere così grande? Ciò che ha reso la squadra di Bergamo una grande del calcio italiano è sicuramente il legame con il territorio, il continuo scouting, grandi investimenti sul settore giovanile, la possibilità per tutti di crescere (come dimostra la grande stagione giocata da Charles De Ketelaere) e avere piena consapevolezza dei propri mezzi per raggiungere i giusti obiettivi.

L’arrivo di un socio americano come Stephen Pagliuca che non ha stravolto i connotati della società. E Gian Piero Gasperini? A lui i più grandi meriti per aver portato in alto il nome dell’Atalanta e anche se il contratto è in scadenza nel 2025 e le voci di mercato lo vedrebbero lontano da Bergamo, il tecnico di Grugliasco ha dimostrato amore incondizionato per la Dea. Qualunque sia il suo futuro, l’Atalanta rimarrà nella storia europea e a Bergamo non lo dimenticheranno mai.

 

Chiara Del Buono 

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