Sarà la Dinamo Zagabria la prima avversaria dell’Atalanta in questi gironi di Champions League.
Un’avversaria alla portata dei bergamaschi – ricordiamo che la Dea è al suo debutto ufficiale – sulla strada che li porterà a vedersela addirittura con il Manchester City di Guardiola.
Una squadra che tuttavia è già più avvezza alle platee della competizione e che pertanto risentirà meno del fattore emotivo che sicuramente sarà da mettere in conto tra gli uomini di Gasperini.
La Dinamo Zagabria è comunque una squadra con un ricco palmares in Croazia.
La squadra vanta ben 20 titoli nazionali, 15 Coppe di Croazia e 7 Supercoppe di Croazia. Insomma una bacheca ben più ricca dell’Atalanta che invece è stata per anni abituata a lottare per la salvezza.
Una caratteristica in comune con la Dea: la cura per il vivaio
Le ragioni del benessere della Dinamo risiedono praticamente tutte nella cura per il settore giovanile avviata negli anni scorsi. Parliamo di una squadra che – in un paese ‘neonato’ anche calcisticamente – si è qualificata già 7 volte in Champions. Da questo club provengono giocatori come Pjaca, Brozovic, Kovacic, Rog.
Obiettivo del settore giovani è quello di far arrivare in prima squadra almeno due elementi per ciascun sottogruppo che lo costituisce. Grazie al supporto del Lokomotiva, che era nel 2006 poco più di una squadra di dilettanti, la Dinamo trova un bacino dove mandare tutti i suoi ‘talenti’ a farsi le ossa.
Con questa collaborazione la Dinamo è arrivata nel 2012 a vendere giocatori per svariati milioni fino a fissare la cifra importante di Marko Pjaca, ceduto alla Juve per 23 milioni, all’incirca lo stesso con cui il Tottenham comprò Luka Modric.
Una filosofia che l’Atalanta condivide, quella di coltivare il proprio vivaio giovanile: per anni ha coltivato con attenzione i giovani facendoli fiorire e lanciandoli verso nuove destinazioni. Oggi tuttavia in casa bergamasca c’è stata un inversione di tendenza.
Se per decenni Zingonia è stato un modello di lavoro e Mino Favini l’ inesauribile scopritore di calciatori, oggi la Dea è più attenta al bilancio, alla costruzione di un personale stadio e batte il fronte estero alla ricerca di talenti già pronti seppur dal costo abbordabile.
Il Mister e il giocatore più atteso
La Dinamo Zagabria è guidata dal’ ex centrocampista croato Nenad Bjelica, volto noto in Italia per aver allenato lo Spezia tra il 2014 e il 2015. A Zagabria ha ritrovato Mislav Orsic e Mario Situm, anche loro provenienti dall’esperienza ligure. Il suo esonero nel novembre 2015 venne accolto con rabbia dai tifosi dello Spezia che si scagliarono anche contro lo spogliatoio. A Nenad arrivarono molti ringraziamenti per aver provato a risollevare una situazione difficile e per il comportamento tenuto dentro e fuori dal campo.
La stellina della Dinamo si chiama Dani Olmo, nato nel 1998 in provincia di Barcellona e cresciuto nella Masia, la famosa cantera catalana. Episodio abbastanza strano che un giovane blaugrana accetti di andare a disputare il campionato croato, eppure Olmo accetta il trasferimento a Zagabria attirato dalla nomea dell’accademia.
Tecnicamente assai dotato e soprattutto molto duttile, il ventunenne catalano può prestarsi come trequartista, ala o mezzala, adattandosi velocemente a tutti quanti i ruoli. Oramai pronto al salto di qualità, ultimamente sta spingendo per la cessione: soprattutto dopo il titolo europeo conquistato con la Rojita, la Nazionale Under 21 spagnola.
Se è vero che la Dinamo Zagabria ha diverse presenze in Champions, è altrettanto vero che il suo cammino non è mai andato oltre i gironi. Questo è un dato che gioca a favore della Dea e incoraggia i bergamaschi nella loro strada verso le notti europee.
Daniela Russo