“Il Capitano viola non morì nel sonno” affermano i professori Moreschi e Thiene e nella perizia di Astori si parla ora di “tachiaritmia”
“Bradiaritmia” era stata l’ipotesi dei medici legali che avevano eseguito l’autopsia sul corpo di Davide Astori, il capitano della Fiorentina trovato senza vita il 4 Marzo scorso in una camera dell’hotel «Là di Moret» di Udine, dove alloggiava insieme a tutta la squadra in vista della trasferta contro l’Udinese.
In poche parole, la causa della morte del trentunenne sarebbe stato il rallentamento del battito cardiaco.
Per i professori Carlo Moreschi e Gaetano Thiene, invece, non è così. Qualche giorno fa hanno consegnato i risultati della perizia sulla morte. Nella perizia si parla, infatti, di “tachiaritmia”, ossia di un’accelerazione improvvisa dei battiti ed esattamente la diagnosi opposta dell’ipotesi iniziale: un cuore impazzito che ha stroncato il giovane.
Secondo i periti il giocatore, che è stato trovato senza vita a letto, non sarebbe morto nel sonno e forse se avesse condiviso la camera con qualcuno si sarebbe salvato.
«Era sereno, gentile, allegro, come sempre», aveva detto in lacrime Marco Sportiello, il portiere viola con il quale aveva passato la serata a giocare alla playstation. Niente lasciava quindi presagire malori o qualcosa di allarmante.
Intanto la certezza è che è stato aperto un fascicolo contro ignoti: il PM di Udine ha rilasciato solo questa dichiarazione, sottolineando che solo in seguito si deciderà se archiviare o proseguire le indagini.
Aurora Levati