Aron Ramsey, da poco tempo a Torino, parla già un po’ di italiano, sta studiando ed impara in fretta. Il nuovo centrocampista della Juventus,  non vede l’ora di cominciare a giocare con un delle squadre a suo dire,  più forti al mondo.
Aron, è un centrocampista polivalente, vale a dire adattabile sia come trequartista che da esterno offensivo su entrambe le fasce, lo si definisce perciò completo, dotato di buona visione di gioco ed abile nell’inserimento in zona gol.
Figura di cui si è sentita la necessità lo scorso anno in supporto alla coppia d’attacco, e pare che il giocatore gallese abbia tutte le caratteristiche per rivestire in modo ottimale il ruolo.
Vedremo se l’ex Arsenal riuscirà ad abituarsi alle marcature pesanti praticate nel calcio italiano.
Situazione poco tollerata dal connazionale Ian Rush.
Attivo alla Juventus nella stagione 1987-88, che oltre alla cattiva sorte per un immediato infortunio, non riuscì ad ambientarsi in bianconero.
Ammise di  trovarsi  a disagio in quanto non armonizzò mai con la lingua italiana, relazionandosi esclusivamente con Laudrup, che parlava inglese.
La società allora gestita da Giampiero Boniperti, il quale aveva grandi aspettative dal Gallese, deluso dalle prestazioni, decise di cederlo.
Il giocatore dopo il rientro a Liverpool, ammetterà che la permanenza in Italia fu comunque del tutto negativa ma al contrario aveva giovato alla sua crescita professionale.
Tuttavia, Aron Ramsey oggi si ispira ad un altro gallese celebre che ha giocato nella Juventus, dal 1957 al 1962:
John Charles, talentuoso e leggendario  attaccante campione sia come uomo che nello sport
Soprannominato “Il gigante buono” per l’altezza e per il fatto di non essere mai stato ammonito o espulso, era  un uomo mite, tranquillo ma di carattere.
Tutti ricorderanno lo schiaffo al collega di reparto e amico Omar Sivori, il quale  durante una partita contro la Sampdoria, rimediò un’ espulsione per un brutto fallo.
Il giocatore in preda ad una crisi di nervi scagliandosi contro l’arbitro, si sentì richiamato dal collega che gli diede un sonoro ceffone, risparmiandogli conseguenze molto severe (a quei tempi, colpire l’arbitro equivaleva a non giocare più).
Il giocatore in preda ad una crisi di nervi scagliandosi contro l’arbitro, si sentì richiamato dal collega che gli diede un sonoro ceffone, risparmiandogli conseguenze molto severe (a quei tempi, colpire l’arbitro equivaleva a non giocare più).
Comunque il gallese bianconero (quello attuale) è apparso in conferenza stampa felice, entusiasta e determinato a raggiungere i suoi obiettivi con la Juventus, e la buona volontà a parlare un buon italiano, lo dimostra.
Il centrocampista si sta manifestando serio, competente e disponibile  a mettersi a servizio dell’allenatore e della squadra… non tarderà a conquistare i tifosi.
Cinzia Fresia
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