L’attaccante polacco del Napoli Arek Milik, con i due gol al Verona, sembra sulla via della ripresa dopo un lungo periodo di negatività e incertezze. A segno anche con la Nazionale.
Un campione ritrovato?
Alla ripresa del campionato, il Napoli è tornato in campo sul terreno casalingo in una partita che sin dall’inizio non è parsa di facile risoluzione per gli azzurri. Dall’altra parte l’Hellas Verona, tornata in A e agguerrita non solo sul campo ma anche sugli spalti (la tifoseria gialloblu è nota per essere molto “vivace”).
Un match difficile per i partenopei, ultimamente non brillantissimi e con prestazioni in calo in termini di resa e risultati.
Dopo la sudata vittoria contro il Brescia in casa, i pareggi contro il Genk e il Torino, non hanno certo infuso buonumore e ottimismo nella squadra e nemmeno nella tifoseria, critica e polemica oltre ogni logica.
Mister Ancelotti, con cambi continui di modulo, ha sicuramente messo alla prova un po’ tutti: nel contempo, pare abbia creato incertezze e disorientamento nei giocatori.
Uno di questi, sotto i riflettori e spesso oggetto di “riflessioni” non positivissime, è Arkadiusz Milik, il numero 99 azzurro, l’attaccante. Quello che,nell’immaginario di tutti dovrebbe stare davanti alla porta, farsi arrivare il pallone e in tutta sicurezza tirarlo in porta.
Ecco: questo nell’immaginario del tifoso medio e anche degli “addetti ai lavori” e/o fini conoscitori del gioco della sfera.
Purtroppo però, per Arek Milik, la strada non è stata finora così dritta, piacevole e sgombra di buche come magari ci si poteva aspettare da questo venticinquenne polacco proveniente dall’Ajax, 186 cm di prestanza fisica e con la faccia da bravo ragazzo.
Una giovane promessa scovata dal talent scout azzurro Cristiano Giuntoli e portata in Italia nel 2016 per 32 milioni più un milione di bonus.
Questo ragazzone, spesso paragonato a in Polonia a Robert Lewandowski, è una prima punta mancina che sa disimpegnarsi anche come seconda punta o ala destra, ha un tiro potente e preciso ed è molto abile nei colpi di testa e nei calci di punizione.
Un elemento praticamente completo per l’attacco azzurro: il 27 agosto realizza i primi gol con il Napoli contro il Milan (4-2). Sempre con una doppietta, il 13 settembre, esordisce in maglia azzurra in Champions League decidendo la gara della fase a gironi contro la Dinamo Kiev (1-2). A seguito della rottura del legamento crociato anteriore del ginocchio sinistro, resta lontano dai campi per quattro mesi rientrando nel febbraio del 2017.
Il 23 settembre 2017 durante la sfida in trasferta contro la SPAL, riporta la rottura del legamento crociato anteriore del ginocchio destro: operato il giorno seguente, rientra in campo il 3 marzo 2018 contro la Roma.
Due infortuni gravi in un anno circa, minerebbero la serenità perfino di Buddha.
Arek guarda i suoi compagni da lontano, lavora per la ripresa fisica e mentale, vive indirettamente i cambiamenti nella squadra: primo fra tutti l’addio di Maurizio Sarri e l’arrivo di Carlo Ancelotti sulla panchina partenopea.
Arek che avrebbe dovuto incarnare la figura del bomber, del cecchino implacabile davanti alla porta, a meno di venticinque anni deve già contare due stop seri e lunghi. Crociato sinistro, crociato destro, chiunque avrebbe potuto soccombere a tanta negatività.
Col tempo e la dedizione Milik – classico esempio di “testa bassa e pedalare” – ha ripreso il più possibile la forma fisica e la motivazione giusta per riprendersi il posto che merita. Anche nei cuori dei tifosi azzurri, nonostante sia stato al centro di pesanti critiche e sfottò decisamente fuori luogo.
Il “palo della luce”, il “purpo” (in italiano polpo, in senso dispregiativo). Ecco cosa è stato per tanto, troppo tempo, Arek il polacco.
Una risalita faticosa che però ha portato pian piano i suoi frutti: la stagione 2018-2019 termina con 17 reti in Lega Serie A, 2 in UEFA Europa League e 1 in Coppa Italia; in tutto realizza 20 gol e 3 assist prendendo anche il titolo di capocannoniere del Napoli nella stagione 2018-2019.
Arriviamo ai giorni nostri. Seconda annata di Ancelotti sulla panchina azzurra, prime otto giornate di campionato tra alti e bassi, una strepitosa partita di Champions League contro i campioni d’Europa del Liverpool, un’altra sotto tono contro l’apparentemente modesto Genk.
Milik ha fatto il suo esordio contro il Lecce ed ha ma ha esordito in rete contro il Verona, realizzando una doppietta, speriamo, scacciacrisi e scacciapensieri.
Appena qualche giorno prima è andato a segno anche con la maglia della Nazionale polacca, nel match contro la Macedonia del Nord.
Che sia questa una bella iniezione di fiducia per Arek, festeggiato sabato dai compagni e ancor di più dal giocatore forse più dotato di sana, carnalità partenopea, Dries Mertens.
Ad Arek vada il sostegno dei tifosi. Basta critiche, basta offese, basta presunzioni e supposizioni surreali. Questo ragazzo merita fiducia, il Napoli tutto gli sia accanto.
A parti invertite, chissà come si sarebbe sentito ognuno di noi con due ginocchia rotte in poco tempo.
Meditiamo, tifosi, meditiamo.
Simona Cannaò