Arbitro donna in serie A: è l’obiettivo che il Presidente dell’AIA (associazione italiana arbitri) Alfredo Trentalange si è prefissato di raggiungere entro due anni.
“Siamo in ritardo”, così dice il Presidente.
Il quale vorrebbe sostenere le future professioniste con formazioni di eccellenza.
Per questo è necessario attrezzarsi condividendo il più possibile programmi, esperienze e competenze con tavoli di lavoro.
I tempi sono maturi e le donne sono pronte ad imporsi anche nella massima serie.
Abbiamo ammirato la francese Stephanie Frappart arbitrare con professionalità la gara di Champions League Juventus-Dynamo.
E’ un’importante svolta epocale per le donne e per la parità di genere che insegnerà ai giovani giocatori il rispetto del ruolo femminile nella vita ma anche sul lavoro.
Il Presidente è rimasto altresì entusiasta dell’apparizione TV di Daniele Orsato a “90 minuto”, ospite in diretta collegato con gli studi RAI.
Un fatto mai accaduto prima che apre una porta di un ambiente ritenuto rigorosamente tabù.
Orsato ha sostenuto l’importanza del Var a tutela del ruolo, e si farà di tutto per ottenere l’utilizzo dello stesso anche in serie B.
Il Presidente ha toccato un argomento di importanza fondamentale, che è la violenza che si ripercuote su tutto l’ambiente arbitri compresi.
L’ AIA per ottimizzare la serie degli obiettivi prefissati tra cui l’importante ingresso delle donne in serie A come direttori di gara vuole mettere in atto un sistema di prevenzione.
Il fine è di sfatare la negatività del ruolo arbitrale mostrando un’immagine positiva.
Ma il pubblico è pronto ad accettare una donna che dirige una gara di serie A maschile?
Sicuramente non mancherà un po’ di diffidenza iniziale.
Osservando la Frappart possiamo sostenere che le donne sapranno imporre la loro professionalità senza che i tifosi abbiano nulla da ridire.
Cinzia Fresia