Cosa aspettarsi dall’ Inter contro gli orobici? Mister Spalletti carica la squadra nel finale di una stagione che deve riportare i nerazzurri in Europa
Il derby con Icardi colpito della legge di Murphy ha lasciato un dissapore che la gara di Torino non cancella, al contrario ne rincara la dose. Arrivata inaspettatamente dopo una settimana durante la quale si è fatto un buon lavoro e dopo una partita giocata con attenzione e voglia di portare a casa il risultato, un atteggiamento non poi così tipico da Inter considerati i precedenti.
“A Torino il risultato non è stato positivo, anche perché per come stava lavorando la squadra durante la settimana e per come ha giocato la partita, non lo meritava. Abbiamo fatto la partita che dovevamo fare, abbiamo tentato di giocare nell’altra metà campo, un po’ ci siamo riusciti, un po’ no. Ma se non mantieni bene l’equilibrio rimane la via di mezzo e subisci delle ripartenze a campo aperto. Abbiamo preso gol nel momento in cui gli eravamo addosso”, così Luciano Spalletti ha commentato il risultato di Torino oggi in conferenza stampa al Centro Suning ad Appiano Gentile.
Dall’ultima sconfitta a Genova contro i rossoblù, l’Inter ha servito una pessima prestazione non obnubilata dal risultato vincente nella sfida casalinga contro il Benevento; quello con il Napoli ha interrotto l’apnea di sofferenza per poi tornare a respirare con l’altra partita di Genova, contro i blucerchiati vinta 5-0 con Icardi e Perisic che si risvegliano. La vittoria contro il Verona ha lasciato pensare ottimisticamente ad un assodato ritorno del croato e di Maurito ma l’argentino, nonostante una buona prestazione delle due ali Perisic e Candreva, manca l’appuntamento sotto porta. Il risultato del derby lascia certo l’amaro in bocca, come già detto, ma la quadra e l’atteggiamento della squadra fa incupire meno che nei mesi scorsi e la prestazione con i Granata è conferma di quanto questa Inter sia in crescendo in fase di costruzione di gioco, modo di esprimersi e proporsi e il risultato finale lascia una delusione diversa rispetto a quello del Ferraris quando anziché dissapori erano vere e proprie paure.
Intanto Spalletti lo sa, il passato serve ad imparare ma oggi è al futuro che la sua Inter deve mirare e puntare e il futuro più imminente si chiama Atalanta, una sfida mai scontata e mai semplice come insegna, ironia della sorte, proprio il passato. Sebbene siano 62 a 23 le vittorie nerazzurre meneghine su quelle bergamasche, quello della Dea è un campo ostico che non può e non deve essere sottovalutato. Al 9 posto con 48 punti, Gasperini punterà tutto alla vittoria per tentare il distacco dalla Sampdoria con gli stessi punti e acciuffare la Fiorentina perché il sogno Europa non è ancora svanito.
Lo stesso però vale per l’Inter che, dopo Torino e considerando il derby della Capitale, deve fare risultato così da superare almeno una delle due Romane se non entrambe in caso di pareggio; un pareggio all’Olimpico e una vittoria a Bergamo significherebbero terzo posto a +1 da entrambe e la corsa Champions sarebbe meno tesa. Come dice Spalletti: “Abbiamo ancora tutto in mano nostra, dipende ancora tutto da noi”.
Egle Patanè
(immagine da calciomercato.com)