Ancora sessismo. Sergio Vessicchio contro l’assistente donna: “Che schifo”

Ancora sessismo nel mondo del calcio. Questa volta è un telecronista campano, Sergio Vessicchio, ad inveire contro l'assistente perché donna

0
552

Il pregiudizio e l’ostracismo nei confronti delle donne sono una piaga sociale che difficilmente verranno sradicati malgrado i passi avanti che ogni giorno si provano a fare. Se poi si parla di donne nel mondo calcio, il sessismo e l’ostracismo si inaspriscono più che in altri contesti.

Qualche settimana fa era scoppiata una vera e propria bufera mediatica dopo le dichiarazioni poco felici del Campione del Mondo ’82 Fulvio Collovati che aveva dichiarato vomitevoli le donne che parlano di tattica. Quanto espresso da Collovati non è certo un pensiero isolato, tantomeno raro. Pensiero, nonché atteggiamento che non si limita al suddetto e un altro addetto ai lavori si getta ancora nel più becero del sessismo.

Collovati, Costacurta, ma anche Gattuso e Legrottaglie: quando il cervello non ragiona per categorie

Questa volta a cadere nel becero è Sergio Vessicchio, telecronista di Canale Cinque Tv, tv campana. Lo scorso sabato, il canale campano ha trasmesso in diretta la partita dell’Agropoli Calcio, squadra della città di Agropoli militante nel campionato di Eccellenza della Campania.

Mentre si giocava Agropoli-S.Agnello il telecronista si è accanito contro Annalisa Moccia, assistente del dirigente di gara ritenendola ‘inguardabile’.

“Pregherei la regia d’inquadrare l’assistente donna che è una cosa inguardabile”

Aveva aperto così, con un’uscita che più che essere poco felice è a tutti gli effetti tanto indecente. Ma il peggio deve ancora venire e, come se non fosse abbastanza vergognoso pensiero e sfacciataggine nell’esprimerlo, continua l’invettiva contro la donna.

“È uno schifo vedere le donne che vengono a fare gli arbitri in un campionato dove le società spendono centinaia di migliaia di euro, ed è una barzelletta della Federazione una cosa del genere”.

Chissà se l’uomo abbia preso in considerazione che l’unica barzelletta dal dubbio gusto sia proprio l’ignoranza alla quale attinge nell’esprimere simil punti di vista.

Fermo restando che la libertà di pensiero sia uno dei diritti inviolabili dell’uomo, meno inviolabile è il diritto deliberato di esprimere tale libertà sminuendo qualcuno che svolge una professione.

In un calcio che tenta un’apertura verso il gentil sesso i passi da fare restano ancora fin troppi. Ad aprirsi dovrebbero essere gli addetti ai lavori ancor prima del pubblico, specie perché, loro più di altri fungono da esempio. Che un personaggio influente si prenda la libertà di esprimere pensieri tanto oltraggiosi diventa sempre più inammissibile e sul quale varrebbe la pena riflettere. Riflettere per poi, magari agire.

 

Egle Patanè