Ah, i bei tempi in cui mogli, fratelli e familiari degli sportivi restavano in silenzio… Tempi che oggi non esistono più, come tanti casi ci ricordano: ultima, Ambra Angiolini.
La soubrette/attrice – compagna di Massimiliano Allegri, più volte dichiaratasi innamoratissima dell’ex tecnico bianconero – ha rilasciato alcune dichiarazioni a proposito della fine del rapporto lavorativo tra Max e la Juve sulle pagine del noto magazine Vanity Fair.
Dichiarazioni che sanno di stoccata e che hanno il vago (?) sentore di vetriolo.
Purtroppo non serve tutta l’esperienza del mondo a ricordare che i sentimenti offuscano qualsiasi tipo di giudizio obiettivo e imparziale: puntualmente, con una regolarità che supera quella degli orologi svizzeri, qualcuno ci ricasca. Questo è il momento della Angiolini, che – poco avvezza alle dinamiche del mondo calcistico – evidentemente non ha avuto modo di osservare quanti danni – per citare il caso dell’anno – abbia fatto Wanda Nara a Mauro Icardi, seppur in veste ufficiale di procuratore.
L’elenco è bello folto, ma Ambra no, proprio non lo ha sfogliato.
Personaggio abbastanza discreto che ha saputo sempre ben distinguersi in un mondo vorace come quello dello spettacolo, perde la sua bella, bellissima occasione per fare silenzio e per dimostrarsi ancora una volta donna di classe. Nelle sue concise parole due frasi saltano all’occhio e stridono come il rumore delle rotaie di un treno sui binari non oliati della ferrovia.
“Massimiliano è stato esonerato dalla sua squadra, […]quella per la quale si è preso da solo tutta la responsabilità delle sconfitte”.
Affermazione senza dubbio interessante questa perché ci svela un aspetto a noi totalmente sconosciuto. Nelle tante, innumerevoli conferenze di Allegri ascoltate in cinque anni di Juventus, non abbiamo mai sentito dirgli: “È colpa mia, ho sbagliato io, mi metto in discussione”, e altre espressioni simili appartenenti al campo semantico della colpevolezza. Forse ci siamo distratti… In compenso ricordiamo perfettamente uno degli ultimi scambi – se così possiamo definirlo – con Adani, dove Allegri pare abbia fatto tutto, fuorché prendersi la responsabilità delle sconfitte.
Nello specifico ha attribuito quella con i ‘ragazzi’ dell’Ajax a “quattro ripartenze”.
Eh, Ambra, Ambra…
Ma la frase che fa più sorridere – con un retrogusto acido, più che amaro – e quella sui cappotti:
“[…]quella che lo ha fatto sognare e sbattere preziosi cappottini di Gianni Marigliano sulla panchina, la SUA”.
Scusate, ma questa puntualizzazione sui “cappottini preziosi” è veramente di cattivo gusto. Forse la bella Angiolini non ricordava, quando ha rilasciato queste dichiarazioni, che i soldi per l’acquisto dei nobili capi provenivano proprio dalla Juventus Spa, che per ben cinque anni ha compensato il lavoro del suo compagno con uno stipendio oltremodo generoso: stipendio che comprende le spese di tutto, anche dei momenti di rabbia in panchina.
Se poi i “cappottini” erano così preziosi, Max avrebbe potuto benissimo fare a meno di indossarli, conoscendo le proprie intemperanze.
E comunque per questi oggetti di inestimabile valore, cara Ambra, può sempre chiedere un risarcimento a parte, chissà che la Juve non la accontenti…
Per il futuro, un promemoria che vale come consiglio: non giochi a fare la Nara, non le si addice.