I Giallorossi sono attesi da una gara delicata contro il Napoli ma l’ambiente non è disteso
Una delle espressioni tipiche del dialetto romanesco, quando si vuole sapere che tipo di clima abbraccia un determinato ambiente, in una determinata situazione è :” Che aria tira?”
Ecco “Che aria tira a Roma o, nella Roma?”
In questo momento storico, l’unica risposta possibile è “Tira ‘na brutta aria…” a significare il momento buio che stanno attraversando, società, giocatori e tifosi.
A poco è servito il bagno di folla in centro, per Nainggolan ed El Shaarawy, al Nike Store per la presentazione dei nuovi scarpini, infatti più che mostrare distensione e vicinanza, alcuni tifosi hanno pesantemente rimarcato con slogan inequivocabili lo scarso impegno degli atleti durante le partite.
Si, l’aria è pesante e tesa, la sconfitta contro il Milan, l’ennesima in questo campionato, non è stata ancora digerita da chi la Roma la segue con il cuore, non foss’altro per quell’aria di sufficienza e arrendevolezza che avvolge i giocatori in campo che, a dirla tutta, sembrerebbe proprio aver preso il sopravvento.
A destare ancora più preoccupazione, o almeno a fomentare ancora più dubbi, sono le parole di Totti che, incalzato dai giornalisti, spiega il momento negativo di una Roma che promette si rialzerà presto e la piena fiducia a Di Francesco.
L’ex capitano giallorosso, mi duole dirlo, sembra più “ammaestrato” che sincero, giustifica le ultime prestazioni come un momento negativo che “a Roma può succedere in questa fase di campionato”, creando un alibi poco credibile e lasciando ampi spazi all’interpretazione, una “fase” che va avanti da troppo tempo e che influenza in modo eccessivo le prestazioni della squadra di De Rossi e compagni.
(fonte fotografica Europa Calcio)
I tifosi sono anche più che contrariati, non accettano più alibi e pazienza, se poi dopo un match all’ultimo sangue si porta a casa una sconfitta, si capisce e ci si stringe intorno alla squadra, così onestamente diventa un gioco al massacro con l’ex capitano che prosegue la sua intervista lanciando stoccate a Spalletti (di cui riconosce il genio sportivo ma non le abilità umane) e ne conseguono paragoni impropri tra le due stagioni che innervosiscono l’ex n. 10 costringendolo a portare avanti a denti stretti un’intervista a cui ‘il vero Totti’ avrebbe risposto in maniera molto diversa: sicuramente più sanguigna e meno diplomatica, ma realistica.
L’incarico impostogli dalle alte sfere giallorosse è palesemente marginale e di facciata, tanto che alla corte del numero uno giallorosso andrà solo Monchi, partito per Boston per discutere con il presidente dell’acquisto di un software in grado di scovare, tramite un sofisticato algoritmo, i nuovi talenti del futuro, un colloquio di lavoro che a ben vedere non inquadra i veri problemi della Roma e mette Totti in una posizione scomoda con un ruolo che gli sta stretto come un paio di scarpe piccole ma troppo belle per poterci rinunciare e così anche lui accetta la nuova realtà risultando però ancora acerbo, per lui però, parlano le espressioni di disappunto che lo vedono protagonista in tribuna ad ogni prestazione negativa della Roma.
A gettare benzina sul fuoco ci pensa proprio Pallotta che spara a zero sulla stampa romana, con particolare riferimento alle radio locali, colpevoli di remare contro la società travisandone i reali intenti, creando loro stesse l’effettivo malcontento che accompagna questo momento critico della squadra e ponendosi l’obbiettivo di farle “scomparire” affondandole senza pietà. Inutile dire che la spaccatura tra il Presidente americano e il tifo giallorosso sia quasi insanabile. A Boston sembrano non far caso ai risultati deludenti ed alle prestazioni dei giocatori, si continua a parlare di stadio e della sua realizzazione, si pensa più al circo che agli attori in pista…l’aria che tira a Roma tra venti gelidi e tempeste di neve è sempre più irrespirabile.
Laura Tarani