Alessia Groni, portiere delle Milan Ladies militante nella Serie B femminile.
Oggi abbiamo fatto quattro chiacchiere sul mondo del calcio femminile e sul suo futuro che vorrebbe azzurro come la Nazionale…
Ecco cosa ci ha raccontato.
Perché hai scelto di giocare a calcio e non praticare un altro sport?
È difficile spiegarlo, fin da bambina giocavo a calcio al parco, passavo i pomeriggi così, ma ho iniziato a giocare in una squadra solo a 16 anni perché non sapevo nemmeno esistessero squadre femminili, tant’è che fui contattata da una giocatrice che mi vide all’opera tra i pali in un torneo scolastico e da lì iniziò la mia carriera calcistica.
Il problema più grande del calcio femminile italiano è ….
I problemi più grandi del calcio femminile italiano sono principalmente due e strettamente collegati: visibilità e investimenti.
Chi è il tuo idolo?
Il mio idolo indiscusso è Buffon, non spiego nemmeno il perché, ma non posso non trovare un idolo anche nel calcio femminile, la bellissima Hope Solo. Davvero un portiere completo, al quale ispirarsi.
Morace, Panico, D’Astolfo …il calcio in rosa italiano ha avuto grandissime campionesse e personalità, chi reputi un modello?
Purtroppo conosco tutte, ma non abbastanza per poterle considerare dei modelli.
Sicuramente Patrizia Panico è per me un esempio come atleta. Una giocatrice forte, ma con la testa sulle spalle, ha sempre lavorato duramente ed ha sempre dimostrato di poter fare la differenza.
Nel resto del mondo il movimento ha un altissimo seguito, hai mai pensato di lasciare l‘Italia?
Si ci ho pensato, mi si è presentata l’occasione quando ero ancora minorenne,: ricevetti una proposta poco concreta dal direttore sportivo di una squadra francese che mi vide giocare in un torneo amatoriale in vacanza, ma i miei genitori non erano pronti per farmi fare un’esperienza all’estero.
Attualmente il calcio italiano è poco conosciuto e le richieste concrete dall’estero arrivano per le ragazze più conosciute, che hanno o hanno avuto modo di fare delle esperienze nella Nazionale. Se dovessero arrivarmi proposte serie e concrete sicuramente le valuterò.
Quanto è importante il sostegno e l’investimento dei club maschili nel settore femminile?
Fondamentale. Nel calcio femminile non ci sono investimenti rilevanti, se i club maschili facessero investimenti nei club femminili, quest’ultimi acquisirebbero molta più importanza e visibilità, in più i club maschili avrebbero anche dei tornaconti ad esempio le entrate monetarie grazie agli sponsor e all’aumento di tifoseria oppure da non sottovalutare la coesione e l’attaccamento al club.
In quanto tempo supponi si possa raggiungere un riconoscimento reale del sistema calcio femminile raggiungendo la “partità dei sessi”?
Purtroppo l’Italia non è un paese meritocratico, quindi non penso accadrà mai. Magari tra trent’anni ci avvicineremo alla parità per tecnologie impiegate, visibilità e di conseguenza sponsorizzazioni, ma mai per le cifre degli degli ingaggi. Sinceramente spero si possa diminuire quest’ultimo enorme divario non solo con ingaggi più alti per le giocatrici, ma soprattutto abbassando quelli dei giocatori; alcuni compensi sono davvero folli ed immeritati.
Se dovessi sponsorizzare il calcio femminile cosa diresti? Spiega alla gente perché dovrebbero seguire anche le donne.
Innanzitutto ti ringrazio per questa domanda. Il calcio femminile dovrebbe essere seguito perché le donne sono molto tecniche e regalano più spettacolo. Inoltre parliamo di uno sport VERO e PULITO, senza dinamiche viziate (come ad esempio il caso calciopoli che tutti conosciamo). Chi fa questo sport al giorno d’oggi non ha un tornaconto personale, se non la goia di una vittoria o la soddisfazione personale per essere arrivata ad un certo punto, questo assicura al tifoso o al semplice spettatore di assistere a match avvincenti con giocatrici che ci mettono anima, cuore e gambe. Tutte le persone che vengono a vedere il calcio femminile rimangono colpite dalla passione.
Sogno nel cassetto?
Il sogno nel cassetto è sempre e solo uno: La Nazionale di Cabrini. Io vorrei tanto far parte di quello splendido gruppo di ragazze con la maglia azzurra che rappresenta la nostra nazione e anche se so che ormai ho pochissime possibilità, mi impegno ogni allenamento per non farmi trovare impreparata in caso dovessero darmi questa opportunità.
Cristian Zaccardo, Campione del Mondo nel 2006 e difensore inamovibile nell'undici titolare dell'Italia dal 2004 al 2007.
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