Alberto Gilardino, un bomber che è stato stella tra le stelle vincendo tutto ciò che un calciatore può sognare ma che è stato anche un letale bomber di provincia.
Ha militato nel Piacenza, Verona, Parma, Milan, Fiorentina, Genoa, Bologna. Un anno in Cina prima di tornare a segnare in Italia giocando ancora in maglia viola, poi Palermo, Empoli, Pescara, per poi chiudere la carriera con lo Spezia: 643 presenze in giro per l’Italia (e per il mondo).
Nato a Biella nell’82, ha esordito nel Piacenza a 17 anni; consacrato nel Parma, Gilardino ha vinto con il Milan una Champions League (nel 2007 ad Atene), una Supercoppa Uefa e una Coppa del mondo per club FIFA.
Massimi livelli anche durante la sua militanza nella Fiorentina con il memorabile esordio con la maglia viola con un gol del pareggio all’ultimo minuto nel match contro la Juventus.
Dotato di una grande intelligenza tattica e senso della posizione di lui si ricorderà, tra l’altro, la rete contro gli Stati Uniti nella seconda giornata dei Mondiali 2006 e l’assist a Del Piero durante la semifinale contro la Germania per il 2-0 della vittoria.
E’ stato Campione del Mondo con gli Azzurri nel 2006 con la squadra capitanata da Marcello Lippi nonché nono marcatore di sempre (con Alex Del Piero e Giuseppe Signori) con 188 tiri andati a rete nella massima serie e 273 in totale (di cui 19 con la Nazionale).
Di lui si ricorderà, tra l’altro, la rete contro gli Stati Uniti nella seconda giornata dei Mondiali 2006 e l’assist a Del Piero durante la semifinale contro la Germania per il 2-0 della vittoria.
Emozioni indescrivibili e istanti che porterò sempre con me… 9/7/2006 • Campioni del Mondo! 💙🏆🇮🇹 @Azzurri @FIFAWorldCup #Mondiale2006 #Italia #Champions #onthisday pic.twitter.com/zHySnIRsvf
— Alberto Gilardino (@GilaGilardino) July 9, 2022
Tante le sue suonate di violino (tipico gesto di esultanza ad ogni gol) 646 in totale tra i vari club e l’Azzurro.
Prediligeva muoversi nell’area di rigore avversaria per sfruttare la sua capacità di proteggere palla -anche spalle alla porta- e le sue doti di tempismo e fiuto per il gol. Abile nel dare profondità alla squadra ma anche abile nei colpi di testa.
Destro naturale che nel corso della sua lunga carriera (22 anni) ha saputo migliorarsi anche col sinistro.
In seguito al ritiro (2018) ha intrapreso la carriera di allenatore.