Al Milan è tutto troppo brutto per essere vero

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eContinua la caduta libera del Milan, la sconfitta in Europa League in aggiunta al veto europeo a proposito del voluntary agreement: a Milanello domina il buio nero

“La responsabilità delle scelte è soltanto mia. La sensazione è che a livello mentale la squadra non riesca a reagire”. Così Gennaro Gattuso, dopo la sconfitta del Milan di ieri sera in Europa League. E se è vero che l’obiettivo sedicesimi era già stato raggiunto, una vittoria era auspicabile e pretesa dopo la figura-beffa contro il Benevento. Ma non è, ovviamente, colpa del mister che assai probabilmente farà molta più fatica del previsto a trovare la strada maestra per uscire da questo buco nero in cui il Milan si è ficcato.

Difficile trovare responsabilità determinanti per un allenatore che ha preso in mano una squadra da due settimane. Arrivati a questo punto occorre puntare il dito contro tutto il progetto e cominciare ad ammetterne gli evidenti limiti: una squadra che non ha mai trovato un assetto, una formazione base, soprattutto in attacco nomi ridondanti che tuttavia non hanno inciso o addirittura non sono nemmeno titolari. La sostituzione del preparatore atletico, che sembrava dover sortire un cambiamento radicale, è risultata invece una mossa errata; così come lavorare tanto su una difesa a quattro e  poi optare per la soluzione a tre.

Ai problemi tecnico-tattici si aggiungono inevitabilmente quelli finanziari legati alla vicenda del closing e del dispendioso mercato estivo, che ha portato il Milan a presentare alla Uefa la richiesta di voluntary agreement: un nuovo progetto di fair play finanziario che si concede ai club con nuovi azionisti di maggioranza e che comporta la presentazione di un piano pluriennale, da parte degli stessi club, che si impegni a riequilibrare la gestione economica. Purtroppo l’ Uefa non riesce a trovare garanzie in Li Yonghong, il nuovo patron dei rossoneri, soprattutto per l’aura misteriosa che ha accompagnato il suo ingresso nel clima calcistico europeo e la richiesta, come Fassone ha lasciato intendere, sarà con ogni probabilità bocciata.

Una situazione che apre scenari a nuovi azionisti, nuovi partner da affiancare al cinese: addirittura si potrebbe prospettare un avvicendamento al vertice. E, in caso dei mancati proventi di una qualificazione in Champions, non restebbe che rivolgersi a cessioni di lusso: Donnarumma, Bonucci, Suso i papabili alla partenza. Una turbolenza che destabilizza e probabilmente continuerà a destabilizzare l’ambiente Milan nel corso del resto della stagione: augurandoci, per il bene del nostro calcio, che almeno si riesca a arginare al più presto la crisi di risultati.

Daniela Russo